David (Edoardo Leo) è un aspirante scrittore con fidanzata e grandi ambizioni, costretto però a barcamenarsi come addetto stampa di un azienda del nord pronta al lancio di un prodotto che rivoluzionerà la pulizia della casa. Alla vigilia della presentazione s’imbatte in un misterioso cameriere balbuziente (Marco Giallini) che lo invita a casa di due belle ragazze; due giorni dopo il nostro eroe si troverà con il conto svuotato, scapolo e disoccupato. La sua ragione di vita sarà rintracciare e avere la giusta vendetta sul ladro d’identità che lo ha mandato in rovina, ma una volta venuto a contatto con il fascino di una vita di illusioni, lussi e astuzia non chiederà di meglio che divenire il socio in affari del suo peggior nemico.
L’Italia, come afferma ad un certo punto il proteiforme Marcello interpretato da Giallini, è un Paese che offre ottimi incentivi per chi decida di dedicarsi all’arte della truffa, grazie a due fattori preponderanti: le maglie piuttosto larghe della rete della giustizia e l’istinto accentuato del nostro popolo a voler credere a storie belle e impossibili per migliorare almeno la percezione della realtà. Il truffatore asseconda semplicemente il truffato impersonando i suoi desideri e così i due protagonisti durante il film non fanno che vestire maschere sempre più improbabili (vigile urbano, frate, rockstar, etc.). Se Leo rischia di restare intrappolato nello stereotipo del giovane goffo e squattrinato (preferibilmente laureato, come in “Smetto quando voglio”), Giallini è sempre più a suo agio nei ruoli comici, in questo caso in un personaggio che per certi versi amplifica e distorce il celeberrimo Manuel Fantoni, sedicente playboy e amico di star americane in “Borotalco” di Carlo Verdone, che si smascherava con la sua vittima affermando di aver raccontato solo “un sacco di fregnacce”.
L’esordio alla regia del duo Miccichè-Bonifacci, con un onesto passato di serie televisive, scorre con leggerezza riuscendo a regalare qualche risata, benché ceda troppo spesso alla tentazione delle scorciatoie, rappresentate da battute con la grana grossa e da incoerenze nello sviluppo della trama per creare situazioni sempre più interessanti. Punto a favore della pellicola è la voglia di usare un linguaggio da commedia all’italiana all’interno di una trama “d’azione”, soprattutto nella seconda parte, scelta non usuale per il nostro cinema, in cui questo genere è troppo spesso ancorato ad un’ambientazione statica. Apprezzabile l’ironia sulla cittadina di Trani, dipinta come disposta a qualsiasi forma di corruzione pur di divenire set di una fantomatica fiction, riferimento non troppo velato alla sospetta densità di film nostrani ambientati in Puglia negli ultimi anni con relativa pioggia di finanziamenti pubblici.
Titolo originale | id. |
Regia | Francesco Miccichè, Fabio Bonifacci |
Sceneggiatura | Fabio Bonifacci |
Fotografia | Arnaldo Catinari |
Montaggio | Patrizio Marone |
Scenografia | Paola Bizzarri |
Costumi | Daniela Ciancio |
Musica | Gianluca Ciancio |
Cast | Marco Giallini, Edoardo Leo, Catrinel Marlon, Ivano Marescotti |
Produzione | Picomedia |
Anno | 2015 |
Nazione | Italia |
Genere | Commedia |
Durata | 96' |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
Uscita | 19 Novembre 2015 |
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