L’ombra di Caravaggio

La locandina

Michelangelo Merisi è un artista geniale e ribelle nei confronti delle regole dettate dal Concilio di Trento che aveva tracciato le coordinate esatte nella rappresentazione dell’arte sacra. Dopo aver appreso che Caravaggio usa nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi, Papa Paolo V decide di commissionare a un agente segreto del Vaticano (un ipnotico Garrel) un’indagine, per decidere se concedere la grazia al pittore, reo di aver ucciso in duello un suo rivale in amore. Così l’Ombra avvia le sue attività di inchiesta e spionaggio per indagare su Caravaggio e le sue opere.

“L’ombra di Caravaggio” è un film che mette al centro l’arte e la bellezza delle pitture realizzate da Caravaggio. Dalle luci, alle tele riprodotte, alle ambientazioni ricostruite e non, tutto fa respirare l’epoca del Seicento, quando realmente Caravaggio creava e viveva. La storia è coinvolgente e le trovate registiche mantengono vivo il senso di un film che vuole mostrare come e cosa provasse Michelangelo Merisi, dalla dissolutezza alla geniale visione del popolo che tramite la sua pittura poteva assurgere a universale simbolo religioso. Peccato che la recitazione del protagonista Riccardo Scamarcio (ottima l’idea delle lenti a contatto scure) sia troppo stereotipata, enfatica e artefatta. Se avesse contenuto gli impulsi plateali, sarebbe stato un Caravaggio migliore.