Uno dei mestieri più controversi dell’industria cinematografica è il doppiaggio. Apprezzato da molti, non tutti hanno padronanza delle lingue straniere, denigrato dai cinefili più incalliti. Non siamo qui a prendere le parti di una o l’altra fazione, ma per conoscere e far conoscere una professione dietro la quale si nascondono veri e propri talenti.

Perla Liberatori (doppiatrice)

Perla Liberatori (doppiatrice)

Nato ufficialmente nel 1933 a Roma, il doppiaggio si sviluppa anche a Milano negli Anni Settanta e recentemente Torino. Gli strumenti del mestiere? Sala, leggio, cuffia, schermo, copioni. Ogni copione è divisa in scene, le scene in anelli (durata 30” nei film 40/45” in cartoon e serial). Si fa un primo ascolto del sonoro originale per studiare le lunghezze e cortezze delle battute. Successivamente il doppiatore procede alla recitazione della battuta in italiano sopra l’originale che lo guida attraverso una cuffia. A supportare il suo lavoro, il direttore del doppiaggio che cura l’intonazione, un assistente che controlla il piano di lavoro, un fonico che livella suoni ed effetti.

Il doppiatore può lavorare da solo, recitando semplicemente le battute del suo personaggio (colonne separate), oppure in compagnia. Infine ci sono i turni di brusio che prevedono la partecipazione di più persone che curano il contorno del film, i personaggi minori con poche battute.

Ma per entrare nei meandri di questo mestiere abbiamo chiesto di farci accompagnare dalla voce di Perla Liberatori, doppiatrice tra le altre di Scarlett Johansson, Hilary Duff e Sabrina di “Sabrina, vita da strega”.

Attrice e doppiatrice. Chi nasce prima?

Io nasco come attrice. Ma tutti i doppiatori in fondo sono attori perché è vero che non si vedono fisicamente ma dietro ad un leggio in una sala buia devi dare con la tua voce le stesse emozioni che in scena daresti con il corpo.

L’inizio

La mia scuola è stata stare davanti ad un leggio. Ho iniziato a 4 anni. Quando si è bambini sei come una spugna, impari tutto… Nè scuole di recitazione nè di dizione. Ho iniziato a quell’età e non mi sono mai fermata. La mia scuola è stata lavorare con grandi direttori di doppiaggio, alcuni oggi scomparsi.

Doppiatrice di cinema, serial, cartoons, soap opere, documentari. Affinità e differenze?

Non esistono tecniche diverse. L’impegno è uguale per tutti. Per documentari o spot non badi troppo alle intonazioni, ma leggi un testo nel modo più chiaro possibile. Nei film o soap opera devi invece metterci del tuo, ma se trovi attori bravi, basta che li segui e vai da solo, se trovi attori ‘tinche’ come li chiamo io, allora devi cercare bravura ed emozione dentro te stessa. Il cartone animato è il più faticoso ma ti permette di usare mille sfaccettaure della voce, alternando toni rochi a quelli più fini.

Scarlett Johansson in Lost In Translation

Scarlett Johansson in Lost In Translation

Come per gli attori, ci sono provini per le voci?

Non sempre e non per tutte le cose. Ci sono alcune case di distribuzione o film importanti in cui vengono richiesti provini con due/tre doppiatori per lo stesso personaggio. E’ la casa di distribuzione che poi decide chi fa la parte. Altre volte invece vieni preso perché sei conosciuto o perché semplicemente bravo.

Tu sei la voce italiana di Scarlett Johansson. Come è nato il connubio?

Ho doppiato Scarlett quasi sempre, tranne che per i film di Woody Allen, che vanno in una società di doppiaggio specifica. Scarlett è nata con Lost In Translation grazie ad Elisabetta Bucciarelli a cui devo tantissimo. Senza presunzione, credo di avere un timbro di voce abbastanza simile al suo, soprattutto nei toni più bassi. Lei è un’attrice meravigliosa, una di quelle attrici che se la segui vai tranquilla. Non devi cercare nulla, ha già fatto tutto lei.

Ci sono attori fortemente legati alla loro voce italiana Amendola (De Niro) Lionello (Woody Allen) Oreste Rizzini (Michael Douglas), Peppino Rinaldi (Paul Newman) questi ultimi da poco scomparsi, ti piacerebbe diventare la voce ufficiale della Johansoon o di qualche altra attrice?

La Johansson sicuramente me la terrei molto volentieri. Ma sono cambiati i tempi. Un tempo c’erano molti meno doppiatori e molti più talenti, ora è l’inverso. Tra le più note ho fatto al Christina Ricci, Penelope Cruiz, Hilary Duff un’attrice molto carina e spiritosa che mi piace molto anche se si stà dedicando più all’ambito musicale e Michelle Rodriguez che ho doppiato in Lost. E’ un’attrice molto forte, di grande carisma. Solitamente la mia voce è abbastanza morbida, ma con lei che è roca, uso una voce molto bassa andando a toccare corde che non conoscevo e di questo devo ringraziare il direttore del doppiaggio del serial Massimo Rossi.

Michelle Rodriguez in Lost

Michelle Rodriguez in Lost

In passato hai doppiato anche attori maschi

L’ho fatto fino a 12/14 anni…Quando ero piccola doppiavo fino a 10 anni più maschi che femminucce. Mi facevo tutte le soap opera di maschietti, anche perchè a quell’età le voci di bambini e bambine si assomigliano. Crescendo ci si perde ovviamente ma ho smesso di farlo principalmente perchè volevo la mia identità e sui maschi non mi ci rispecchiavo sinceramente. Ora poi ho una voce un po’ più bassa da donna adulta quindi non sarei più credibile.

C’è un ruolo che pensi di aver migliorato rispetto l’originale?

Si, ma non posso dirlo

E’ peggiorato?

Sarò presuntuosa credimi, ma no! Ci sono casi, rari in verità, in cui il doppiaggio ha rovinato qualcosa e casi in cui invece ha aiutato tantissimo. E’ difficile rovinare attori del calibro di Robert De Niro, perchè chi li doppia li segue. Ma noi doppiatori certe volte sentiamo cose che fanno uscire il sangue dalle orecchie…

Christina Ricci in La Famiglia Addams

Christina Ricci in La Famiglia Addams

Che talento bisogna avere per fare questo mestiere?

Consiglio un corso di dizione perchè bisogna avere un italiano quasi perfetto davanti al leggio, ed uno di recitazione perché saper recitare in italiano è cosa fondamentale; ti aiuta ad avere conoscenza e padronanza delle emozioni. Infine andare in sala, chiedere dei provini ed ascoltare, ascoltare… ascoltare… Bisogna avere una pazienza infinita. Non ricordo scuole di doppiaggio o comunque buone scuole di doppiaggio. I corsi che si vedono in giro, sono uno spreco di soldi infinito, ma veramente infinito…