Il suo film è tratto da un manga giapponese. Come ha deciso di girare un film tratto da un fumetto?
I fumetti giapponesi sono molto diffusi in Corea. Un mio producer un giorno mi ha fatto conoscere questo fumetto ed ho ritenuto che poteva essere un buono spunto per un film. In realtà in fumetto ha riscosso un grande successo solo dopo il film, tanto che il suo autore mi ha pubblicamente ringraziato.

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Old Boy (2004)

Old Boy è il secondo capitolo di una trilogia centrata sul tema della vendetta. Come mai la interessa tanto questo tema e di cosa si deve vendicare Park Chan-Wook?
Ho deciso di girare questa trilogia per dimostrare l’inutilità della vendetta. E’ un comportamento inutile, da condannare. Il terzo capitolo –Sympathy for Lady Vengeance – è la storia di una donna anch’essa imprigionata per molti anni in cerca di vendetta. Ma in questo ultimo capitolo il tema si sposta maggiormente verso il concetto di salvezza.

Sympathy in italiano può essere reso con il termine di simpatia, comprensione. Lei dimostra di averne molto poca nei confronti dei suoi personaggi.
In Sympathy for Lady Vengeance la protagonista dice a colui che ha ucciso la morte il figlio “Anche se ti uccido mio figlio non tornerà in vita” e poi l’ammazza. Sympathy è riferito a quella grande energia, a quella forza inarrestabile che ti guida verso la vendetta, è l’impossibilità di fermarsi quando l’occasione per la vendetta si presenta. In Sympathy for Mr Vengeance c’è una scena in cui il padre davanti a colui che ha provocato la morte del figlio dice “So che sei una brava persona, per cui mi puoi capire”. E l’uccide.

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Lady Vendetta (2005)

Il film contiene scene particolarmente violente. Ha avuto problemi di censura in patria?
Il film in Corea è stato vietato ai minori di 18 anni, ma la mia preoccupazione maggiore era che potesse essere vietato completamente.

I temi predominanti del film sono il ricordo e la vendetta. Come si relazionano tra di loro questi due concetti?
La vendetta esiste perché c’è un rapporto sempre aperto con il passato. Chi riesce a lasciarsi dietro le spalle il passato riesce anche a liberarsi di questo spirito distruttivo.

Nel film c’è il ritratto di un volto che ricorda molto quello di Gesù presente in un vecchio film di Bunuel…
Amo molto Bunuel ma nel mio film non vi sono riferimenti o influenze dirette. Per il ritratto di cui lei parla mi sono ispirato ad un pittore surrealista belga che raffigurò effettivamente il volto del Cristo. Ma il mio intento era quello di dare una raffigurazione del volto del protagonista Oh Dae-Su senza caricarlo di valenze spirituali. Un volto che piange e che ride, lo stesso volto del protagonista alla fine del film.

Nella parte riguardante la prigionia, Oh Dae-Su stabilisce un rapporto strettissimo con la televisione, unica sua fonte di conoscenza sul mondo. L’idea era già presente nel fumetto?
Si, l’idea è anche nel fumetto. Mi incuriosiva questo suo relazionarsi alla tv come ad un amico, un confessore, un maestro.

Conferma la notizia di un remake americano del film? Lei ne partecipa in qualche forma?
Le posso confermare la notizia. Il regista sarà un giovane americano originario di taiwanesi. Sono oggi in fase di stesura della sceneggiatura e per il protagonista hanno contattato Nicholas Cage e Russel Crowe. Io sono completamente estraneo al progetto. Mi auguro solo che non ne facciano un film migliore del mio.

E’ stato in qualche modo influenzato visivamente dal manga?
Del fumetto originale in realtà è rimasto ben poco. Ho modificato pesantemente il motivo della vendetta e le modalità di raggiungimento della stessa. Film e fumetto sono oggi due corpi diversi, hanno assai poco in comune. Temevo una reazione negativa da parte di Tsuchiya Garon (autore del fumetto) che ha dimostrato di aver apprezzato.