L’eccentrico manager di un hedge fund Michael Burr (Christian Bale); la coppia composta dall’investitore Jared Vennett (Ryan Gosling) impiegato di Deutsche Bank ed il trader perennemente controcorrente Mark Baum (Steve Carell); due avidi giovani investitori, Charlie Geller e Jamie Shipley (John Magaro, Finn Wittrock) aiutati dall’eccentrico banchiere in pensione Ben Rickert (Brad Pitt). Tre scommettitori, tre giocatori d’azzardo che si siedono al tavolo di un Casinò (Wall Street) per giocare una partita a Black Jack contro il Banco, ovvero l’Economia Americana. La grande scommessa è quella che produrrà ricchi guadagni per i tre e ingenti danni non tanto per le Banche protagoniste della bolla immobiliare che generò la crisi economica del 2007, quanto per il risparmiatore medio che vedrà perdere dal giorno alla notte, casa, lavoro e risparmi di una vita.
Questo è il succo de La Grande scommessa, pellicola che racconta gli anni che precedettero la grande crisi economica tutt’ora in corso. Chi non si muove a suo agio tra termini quali mutui subprime, credit default swap, obbligazioni di debito collateralizzate (CDO), rating AAA, gli eventi raccontati appariranno per lo più nebulosi ed i concetti difficilmente afferrabili nonostante la pellicola si sforzi di spiegarli e renderli accessibili ai più attraverso divertenti semplificazioni affidati a testimonial d’eccezione quali lo chef Anthony Bourdain, la cantante Selena Gomez, l’attrice Margot Robbie (The Wolf of Wall Street e l’imminente The Legend of Tarzan). Veri e propri inserti, con i testimonial sguardo in camera che si rivolgono allo spettatore seduto in platea per spiegare loro i tecnicismi del mondo finanziario. Un espediente ingegnoso e divertente, spiegabile con il passato da attore e sceneggiatore comico (proveniente dal Saturday Night Live) del regista Adam McKay che attraverso una scrittura da commedia ed uno stile registico semi-documentaristico (alla Paul Greengrass per intenderci) atto ad annullare la distanza tra schermo e platea, riesce a rendere leggera ed a tratti divertente una vicenda che è tutt’altro che semplice e piacevole.
McKay mette in scena un mondo malato, abitato da figuranti altrettanto malati che vanno dai tronfi banchieri di Wall Street, ai nostri “eroi” protagonisti pronti a insinuarsi nelle crepe di un sistema apparentemente forte ma fragilissimo nei suoi meccanismi più fumosi, non in nome di una giustizia sociale alta ed eticamente condivisibile, ma del puro, basso interesse particolare; una via di riscatto nei confronti di vite dettate da solitudine, dolori, sensi di colpa e frustrazioni.
Un film che per essere apprezzato, a meno che tu non sia un broker finanziario, deve essere visto più per il quadro generale che ne scaturisce piuttosto che tentare di comprenderne i meccanismi economici/finanziari che lo sottendono. Il generale al posto del particolare; il tutto al posto del singolo. Attraverso questo sguardo la pellicola acquista una fruizione, un senso, una godibilità, un perché.
Titolo originale | The Big Short |
Regia | Adam McKay |
Sceneggiatura | Adam McKay, Charles Randolph |
Fotografia | Barry Ackroyd |
Montaggio | Hank Corwin |
Scenografia | Clayton Hartley |
Musica | Nicholas Britell |
Cast | Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, Melissa Leo, Finn Wittrock, Hamish Linklater, John Magaro, Rafe Spall, Jeremy Strong, Marisa Tomei, Stanley Wong, Byron Mann, Tracy Letts, Karen Gillan |
Produzione | Plan B Entertainment, Regency Enterprises |
Anno | 2015 |
Nazione | USA |
Genere | Drammatico |
Durata | 130' |
Distribuzione | Universal Pictures |
Uscita | 07 Gennaio 2016 |
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