In Giappone esiste un luogo perfetto per morire, una foresta immensa ai piedi del monte Fuji che le leggende dicono abitata da spiriti: Aokigahara. Da sempre qui affluiscono persone provenienti da ogni parte del Giappone e del mondo per suicidarsi; come loro un giorno giunge anche Arthur (Matthew McConaughery).
Arthur ha perso sua moglie Joan (Naomi Watts). Sconvolto dai sensi di colpa per non aver cercato di far funzionare le cose tra loro fino in fondo ed incapace di sopportare il dolore decide di comprare un biglietto di sola andata per Tokyo. Nella foresta di Aokigahara però, l’incontro con Takumi Nakamura (Ken Watanabe), persosi nel mare di alberi ed ora alla ricerca disperata del sentiero, gli impedirà di portare a compimento il suo proposito: decide infatti di aiutare l’uomo, iniziando un percorso di riflessione e sopravvivenza che lo porterà a riscoprire il valore della vita.
Come il protagonista del film, anche lo sceneggiatore Chris Sparling si è imbattuto per caso in Aokigahara, mediante ricerca su Google, e accantonata l’idea di scrivere un film horror, ha deciso di concentrarsi sul modo in cui ognuno di noi affronta il dolore, sulla spiritualità, sulla vita e su un luogo tanto ameno quanto macabro come la selvaggia foresta dei suicidi. Quello a cui Arthur e Takumi sono chiamati non è viaggio alla scoperta di se stessi, bensì alla scoperta della sostenibilità del dolore che provano, della vita che seppur spesa a tratti malamente, li attende comunque ricca di possibilità. “Arthur rappresenta in un certo senso un uomo come ce ne sono tanti, (…) logorato dai fastidi quotidiani. Vorrebbe essere felice. Vorrebbe che sua moglie fosse felice, ma è difficile. Questa è la vita, caro mio. Non volevo fosse perfetto. Non doveva essere perfetto. Nessuno di noi lo è.” racconta Sparling, sottolineando il punto di partenza e di arrivo di questo viaggio: la presa di coscienza che non c’è perfezione nella vita di tutti i giorni, ma che comunque vale la pena tollerare, valorizzare e impegnarsi nei rapporti con le persone che amiamo. Il percorso intrapreso da Arthur e Takumi non è solo spirituale, ma una vera e propria lotta alla sopravvivenza contro una foresta che sembra volerli fagocitare e costringere ad un destino di morte, fino ad un attimo prima così ardentemente invocato da entrambi ma ora fugato ad ogni costo. Ritrovare la via nel mare di alberi (Sea of Tree è il titolo originale del film) però è difficile, quasi il corrispettivo di un viaggio nel Purgatorio, come ci ricorda Takumi stesso, dove la destinazione finale è una scelta che dipende solo da noi stessi. Alcuni tornano a casa dopo Aokigahara, molti altri no.
Nonostante le intenzioni dello sceneggiatore, il film non sembra riuscire nell’intento di presentare spunti per una riflessione più profonda e ancorata ad una visione realistica della vita. A volte retorica e farcita di un simbolismo che rischia di cadere nel forzato, la sceneggiatura asciutta, se non proprio scarna, non riesce del tutto a fondersi con i colori della foresta e l’adattissima colonna sonora di Chris Douridas, finendo per essere poco concreta, sentimentale ma mai lirica. Buone prove recitative per Matthew McConaughey, reclutato per il film all’indomani del successo di Dallas Buyers Club, Naomi Watts (Funny Games, King Kong) e Ken Watanabe (L’ultimo Samurai), al quale è affidato il personaggi più enigmatico, e se vogliamo etereo, del film. Personaggio a sé è la foresta, divisa tra set in Giappone e Massachusetts e sapientemente incorniciata dalla fotografia di Kasper Tuxen. La mano esperta di Gus Van Sant (Milk, Will Hunting) dietro la cinepresa si avverte e il prodotto finale è tecnicamente impeccabile e godibile.
La foresta dei sogni rimane sospeso tra l’essere un discorso forse troppo “buonista” sui massimi sistemi ed un efficace motore di riflessione per tutti: un’occasione che sembrerebbe mancata.
Titolo italiano | La foresta dei sogni |
Titolo originale | Sea of Trees |
Regia | Gus Van Sant |
Sceneggiatura | Christopher Sparling |
Fotografia | Kasper Tuxen |
Montaggio | Pietro Scalia |
Scenografia | Alex DiGerlando |
Costumi | Danny Glicker |
Musica | Chris Douridas |
Cast | Matthew McConaughery, Naomi Watts, Ken Watanabe, Jordan Gavaris, Katie Aselton |
Produzione | Bloom, Waypoint Entertainment, Netter Production |
Anno | 2015 |
Nazione | USA |
Genere | Drammatico |
Durata | 110' |
Distribuzione | Lucky Red |
Uscita | 28 Aprile 2016 |
Nessun commento