La fiera delle illusioni – Nightmare Alley

la locandina

Due storie distinte, collegate dal medesimo protagonista: l’ambizione. “La fiera delle illusioni – Nightmare Alley“, è un film diviso in due: due momenti e due ambientazioni ben definite che raccontano la rabbia, l’ambizione e il desiderio di supremazia sull’essere umano di Stan Carlisle, un ambizioso anonimo individuo che per caso inizia a lavorare in un Luna Park e con il suo fascino e il talento nel manipolare le persone inizia la sua scalata verso il potere e il denaro, rimanendo però con in mano un pugno di mosche.

Al centro c’è sempre Bradley Cooper: nella prima parte campagnolo e nella seconda fascinoso mentalista. In mezzo le donne che gli ruotano intorno e con cui si scontra ma che, alla fine dei conti lo usano e lo lasciano al suo destino. In mezzo c’è il mondo dei freak, la boiserie anni Trenta, il fascino malvagio della psichiatra Cate Blanchett e quello infantile di Rooney Mara. Impossibile dimenticare Toni Collette in un ruolo da donna femme fatale e l’istrionico imbonitore Willem Dafoe.

Guillermo del Toro, con l’adattamento dell’omonimo romanzo di William Lindsay Gresham, dirige un’epopea umana e cinematografica, in cui si respira l’aria dei film d’altri tempi, con lunghi silenzi, tensione che scaturisce dall’intensità attoriale e non dai troppo abusati effetti speciali, scazzottate e qualche momento splatter. Il tutto dominato da atmosfere classiche. Godibile anche se a volte un po’ troppo didascalico.