Ci sono opere prime capaci di lasciare un segno indelebile nella memoria dello spettatore, perchè riescono a parlare di temi delicati, anzi delicatissimi con una sensibilità fuori dal comune, evitando il facile melodramma da una parte ed il pistolotto moralistico dall’altro.
Trattansi di un piccolo film francese, La Brindille, premiato al Festival del Cinema di Roma nel 2011 con il Premio Marc’Aurelio per il Miglior Esordio.
Un giorno Sarah, in seguito ad un malore, scopre di essere in cinta di sei mesi. In un primo momento non l’accetta e pensa di abortire, poi decide di partorire ma darlo subito in affidamento. Troppo orgogliosa per appoggiarsi ad una famiglia troppo lontana, è costretta a ricoverarsi in una clinica per ragazze nella sua stessa situazione ma con una differenza: loro vogliono il loro bambino.
L’incontro con un ragazzo, l’esperienza del parto, scuoteranno in un crescendo emotivo appassionante le certezze delle giovane ragazza.
Il film punta forte su una sceneggiatura capace di raccontare ma non giudicare, di una protagonista Christa Théret in stato di grazia nell’interpretare un un personaggio complicato, sfaccettato ma sempre in ogni passaggio della storia coerente e credibile. Un insieme di dettagli rendono contesto e personaggi secondari funzionali alla storia di questa ragazza di cui sarà impossibile non affezionarsi e dimenticare.
Titolo originale | La brindille |
Regia | Emmanuelle Millet |
Sceneggiatura | Emmanuelle Millet |
Fotografia | Antoine Héberlé |
Montaggio | Emmanuelle Castro, Anny Danché |
Scenografia | Carine Levoyer |
Musica | Christophe Julien |
Cast | Christa Théret, Johan Libéreau, Maud Wyler, Anne Le Ny |
Produzione | Thelma Films, Manchester Films, Canal+ |
Anno | 2011 |
Nazione | Francia |
Genere | Drammatico |
Durata | 82' |
Nessun commento