It Ends with Us – Siamo noi a dire basta

Lily Bloom dopo il funerale del padre si trasferisce a Boston per aprire un negozio di fiori. Qui incontra l’amore, conosce la sua migliore amica e ritrova quello che pensava fosse stato l’uomo della vita. Ryle Kincaid, un fascinoso neurochirurgo la corteggia fino a conquistarla, eppure la donna è tormentata da eventi traumatici del suo passato: il padre picchiava la moglie e ha fatto lo stesso con il suo primo amore Atlas.

Passato e presente si mischiano tra ricordi, ricostruzioni e azioni che ne riproducono sempre gli stessi effetti, come i gesti di collera di Ryle al limite tra il penalmente perseguibile e il tradizionalmente riconosciuto come impeto romantico di un ragazzaccio con un lato oscuro… Fino a che non sarà proprio Lily Bloom a decidere di finire la coazione a ripetere della donna sottomessa e maltrattata. Perché, e questo resta il messaggio del romanzo e del film It Ends with Us – Siamo noi a dire basta, per interrompere la violenza spesso e volentieri ci vuole il coraggio delle donne.

Delimitare il precipizio dell’inaccettabile segna allora la contemporaneità del romanzo di Hoover e del film: il regista Justin Baldoni, che interpreta anche il ruolo di Ryle, si muove bene su questo confine, portando il pubblico a farsi la propria idea. Blake Lively, bella e stilosissima come sempre, regala a Lily Bloom la sua caratteristica solarità nella parte iniziale, incrinata a poco a poco da un’insicurezza che ha le sue radici nel rapporto con il padre. Una pellicola patinata che però porta a termine con maestria la propria funzione di riflessione.