Il visionario regista Christopher Nolan (Inception, The Prestige, la trilogia di Batman) esplora lo spazio e il tempo con Interstellar, odissea affascinante di una fantascienza di genere che pochi film sono riusciti a raccontare al cinema. Stavolta c’è un’altra dimensione, una porta attraverso cui passare: un buco nero ed una totalmente nuova ed ignota esplorazione dello spazio, senza effetti 3D ma con incredibili idee di montaggio alternativo.
In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l’agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un “whormhole” per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cerca di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l’unica coltivazione ancora in grado di crescere e sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell’umanità. Mentre la vita sulla terra sta arrivando al termine, il gruppo si riunisce per la missione più importante della storia dell’umanità al di là dei limiti della nostra galassia per capire se l’uomo potrà vivere su un altro pianeta…
Fantascienza “hard”: un genere di letteratura fantastica a cui i cinefili non sono sempre abituati sebbene il cinema abbia sempre favorito lo spettacolo alle lunghe spiegazioni scientifiche, l’immaginario al razionale. Tratto da un romanzo di uno dei pionieri della fantascienza “hard” di Arthur C. Clarke, 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, ha rivoluzionato l’approccio alla fantascienza nel cinema – si potrebbe anche includere Solaris di Andrej Tarkovskij – ma il geniale regista di The Shining aveva deliberatamente abbattuto la mappa dell’avventura mistica. Per la cronaca, Stanley Kubrick prevedeva di iniziare il suo capolavoro finale con un prologo in cui eminenti scienziati parlavano della vita extraterrestre e di viaggi nello spazio. Interstellar è una sorta di prologo, una grande azienda di divulgazione scientifica, una porta emozionale sui temi futuri dell’umanità. Qui la domanda non è più ‘siamo soli nell’Universo’? Ma ‘come sopravvivere all’universo e alla fine del tempo’?
Nonostante il successo di pubblico e critica, Christopher Nolan è stato molto criticato per la freddezza dei suoi film, per il suo approccio cerebrale. Se il film è estremamente complesso in quanto evoca scientificamente l’ultima teoria quantistica di Stephen Hawking – che non si può riprodurre se non con la tecnologia necessaria – stavolta Nolan non dimentica di mettere l’emozione al centro di tutto. Il regista inglese racconta la più bella storia d’amore per l’umanità: quello che lega un padre a sua figlia, ed una figlia al padre, con un’efficacia da attanagliare il cuore. Gli basta l’aiuto di qualche primo piano di Murphy adulta nei video inviati ai naufraghi dello spazio, per turbarci, mentre la musica di Hans Zimmer sottolinea e spinge al sentimentalismo. Restiamo anche sorpresi di preferire agli episodi spaziali “classici” già visti, tra cui il potentissimo Gravity di Alfonso Cuaron, i passaggi intimi che legano i personaggi tra di loro fino alla stupefacente rivelazione finale.
Dopo Memento e la sua cronologia al contrario, l’autore del capolavoro The Prestige è diventato grande maestro della narrazione ‘esplosa’. Il terreno di gioco spaziale e teorico di Interstellar si presta perfettamente alle sue costruzioni di montaggio. C’è qualcosa di incredibile ed estenuante nella sua messa in scena, un modo piuttosto singolare nel cinema contemporaneo di creare un’enfasi visiva e sonora con dei semplici raccordi di montaggio ed una gestione perfetta delle ellissi. A volte la macchina ha qualche singhiozzo quando sottolinea un’emozione o crea un collegamento artificiale tra due punti distanti. E la meccanica seppur oliata s’inceppa quando si aggiunge un carattere di troppo, caricato simbolicamente, che appesantisce la narrazione e ritarda l’epilogo.
A parte questi inconvenienti minori, ci si può solo inginocchiare di fronte ad una tale ambizione tematica e formale. L’ultima mezz’ora, in cui si rimette tutto il discorso del film in prospettiva e si posiziona la ragione, la scienza e l’amore come i valori più alti dell’umanità, è un miracolo, una rivelazione in senso spirituale. La fede di Christopher Nolan nel mezzo cinematografico è tale che si ha l’impressione che attraversi lo schermo per toccarci ancora più intimamente. Chi lo sa se, grazie a questo film, nascerà una vocazione nella testa di un piccolo genio americano che preferirà una vita ascetica nella scienza a quella di un lupo di Wall Street. Interstellar è la risposta di un uomo a tutti gli oscurantismi che lascia intravedere la luce.
Titolo originale | id. |
Regia | Christopher Nolan |
Sceneggiatura | Jonathan Nolan, Christopher Nolan |
Fotografia | Hoyte Van Hoytema |
Montaggio | Lee Smith |
Scenografia | Nathan Crowley |
Costumi | Mary Zophres |
Musica | Hans Zimmer |
Cast | Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Wes Bentley, Casey Affleck, Michael Caine, Matt Damon, Topher Grace, Mackenzie Foy, John Lithgow, Ellen Burstyn, David Oyelowo, Bill Irwin, Elyes Gabel |
Produzione | Paramount, Warner Bros |
Anno | 2014 |
Nazione | USA, UK |
Genere | Fantascienza |
Durata | 169' |
Distribuzione | Warner Bros |
Uscita | 06 Novembre 2014 |
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