Correva l’anno 1982 quando al cinema la storia d’amicizia tra un giovane americano di nome Elliot ed un piccolo essere extra-terrestre (E.T.) perdutosi nel nostro pianeta, commosse il mondo. Correva lo stesso anno quando Roald Dahl, scrittore britannico tra i più creativi ed irriverenti e di successo nel mondo, pubblico la sua favola d’amicizia tra una bambina ed un gigante, un’orfanella e un Grande Gigante Gentile.
Non poteva quindi che essere Steven Spielberg, regista di quella pellicola a portare oggi sul grande schermo il GGG, una storia capace di miscelare luce e oscurità, umorismo e paura nel centenario della nascita dello scrittore inglese. Dopo “La fabbrica di cioccolato“, il cartoon “James e la pesca gigante” e “Matilde“, serviva un creatore di mondi immaginari per eccellenza, un narratore capace di parlare agli adulti con la voce dei bambini e di rivolgersi a loro con leggerezza e maturità, per dare vita a quell’immaginifico mondo pensato e descritto nelle pagine del romanzo dallo scrittore inglese.
Certo la computer grafica e la performance-capture hanno da una parte aiutato non poco seppur depauperando dall’altra parte la carica emozonale della pellicola che rimane fredda ed artefatta. Dopo un inizio promettente con il rapimento della piccola orfanella tra le vie di una Londra addormentata e cullata dalla luce della luna e delle stelle, il racconto si fa più prevedibile, di maniera, quasi che il regista fosse più attento alla perfezione e verosimiglianza della rappresentazione, piuttosto che all’emozione ed empatia da “costruire” con il proprio pubblico; più attenzione al contenitore piuttosto che al contenuto. Certo il romanzo di per se non aiuta visto che a livello narrativo non succede molto, essendo concentrato sopratutto sul rapporto dei due protagonisti.
Melissa Matheson, chiamata a riscrivere per immagini il romanzo ha cercato di mantenere interamente i dialoghi originali di Dahl, ma a livello di azione ha dovuto poi pescare nel proprio sacco scegliendo vie note e in un certo modo “sicure” piuttosto che osare un tantinello di più col rischio di “stravolgere troppo” il romanzo orginale.
Ne viene fuori un film fanciullesco, capace magari di sedurre un pubblico di giovanissimi ma lasciando perplessi quando non annoiati, quei bambini oggi cresciuti anche attraverso e grazie i racconti per immagini del regista americano.
Titolo originale | The BFG |
Regia | Steven Spielberg |
Sceneggiatura | Melissa Mathison |
Fotografia | Janusz Kaminski |
Montaggio | Michael Kahn |
Scenografia | Rick Carter, Robert Stromberg |
Costumi | Joanna Johnston |
Musica | John Williams |
Cast | Mark Rylance, Ruby Barnhill, Penelope Wilton, Rebecca Hall, Bill Hader, Jemaine Clement, Rafe Spall, Adam Godley |
Produzione | Walt Disney Pictures, Amblin Entertainment, Reliance Entertainment, Walden Media, The Kennedy/Marshall Company |
Anno | 2016 |
Nazione | USA |
Genere | Fantasy |
Durata | 115' |
Distribuzione | Medusa |
Uscita | 30 Dicembre 2016 |
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