Il crepuscolo di una dittatura messa in scena attraverso una sineddoche: raccontare mediante uno sguardo privato (quello della famiglia Puccio) il tramonto di una feroce dittatura (quella del generale Jorge Rafael Videla) che portò l’Argentina alle libere elezioni del 1983.
Questo è il gran pregio di The Clan, pellicola argentina vincitrice del premio alla Miglior Regia alla Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia nel 2015.
Arquimedes Puccio è un amorevole padre di famiglia. Mette la medesima cura ed attenzione tanto nel correggere i compiti scolastici dei figli, quanto nel progettare e portare a compimento efferati rapimenti; con regolare soppressione degli ostaggi nonostante il pagamento del riscatto da parte dei congiunti. Un’attività svolta, tollerata e talvolta protetta dalle alte sfere militari che governano il Paese. La storia privata della famiglia Puccio (dove il confine tra estraneità e connivenza, inconsapevolezza e complicità agli affari di famiglia è tanto labile quanto indefinito, permettendo al film di giocare su questa ambiguità d fondo) rappresenta lo specchio oscuro in cui si riflettono le agonie ed i rantoli di una dittatura sull’orlo del suo rovescio.
La pellicola procede a passo di gambero, attraverso una serie di flashback che vanno a comporre un quadro familiare tanto quotidiano quanto agghiacciante. La banalità del male che si dipana attraverso scene di vita quotidiana, come gli allenamenti di rugby del promettente Alejandro; gli studi dell’adolescente Guillermo; l’attività di rosticceria gestita dalla matrona Epifania; l’attività scolastica della figlia maggiore Silvia. A legare il tutto, la forza e decisione, la compassione e affetto che Arquimedes (un superlativo Guillermo Francella), il capofamiglia con un passato nei servizi segreti, riversa sui membri del proprio Clan. Una recitazione che vocalmente si affida a toni bassi e stile rassicurante, che fa da contraltare ad una microrecitazione facciale che attraverso occhi di ghiaccio, fa trasparire una crudeltà di fondo che anima e divora il proprio personaggio.
Il tutto coadiuvato da una regia attenta ai personaggi, che li segue da vicino, quasi pedinandoli, creando da una parte quella giusta e necessaria empatia ai fini drammaturgici, ma evitando allo stesso tempo facili giudizi. La macchina da presa di Pablo Trapero, accompagna i personaggi, ne racconta le gesta attraverso uno stile apprentemente immobile e piano, ma capace di esaltare quanto non ti aspetteresti: il lato umano della crudeltà.
Titolo originale | El Clan |
Regia | Pablo Trapero |
Sceneggiatura | Pablo Trapero |
Fotografia | Julián Apezteguia |
Montaggio | Alejandro Carrillo Penovi, Pablo Trapero |
Scenografia | Sebastián Orgambide |
Musica | Sebastián Escofet |
Cast | Guillermo Francella, Juan Pedro Lanzani, Lili Popovich, Gastón Cocchiarale, Giselle Motta, Franco Masini, Antonia Bengoechea, Stefanía Koessl |
Produzione | El Deseo, Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA), Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales (ICAA) |
Anno | 2015 |
Nazione | Argentina |
Genere | Drammatico |
Durata | 110' |
Distribuzione | 01 Distribution |
Uscita | 25 Agosto 2016 |
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