L’epica rinascita dell’icona Godzilla della Toho, in questa spettacolare avventura, dalla Warner Bros Pictures e Legendary Pictures, contrappone il mostro più famoso del mondo alle malvagie creature che, sostenute dall’arroganza scientifica dell’umanità, minacciano la nostra esistenza. Godzilla si svolge in continenti diversi e si dipana nel corso di decenni, seguendo l’impatto di una serie di misteriosi e catastrofici avvenimenti, attraverso l’occhio di un gruppo di persone intrappolate nell’epicentro.
Sessant’anni dopo la sua creazione dal primo lungometraggio firmato Ishiro Honda, ritorna Godzilla. Questa volta, ad accompagnarlo nella sua missione distruttiva che porterà il Giappone nel continente americano, Aaron Taylor-Johnson, Bryan Cranston, Ken Watanabe (che sarà anche il primo a dire il nome della creatura in giapponese) ma anche Elizabeth Olsen e Juliette Binoche, che si era già avvicinata ad alcune creature quando aveva superato, poi successivamente declinato, il casting di Jurassic Park. Tornare quindi alle origini del mito per scoprire di più sulla nuova versione.
Anni 50. Tempo di mostri giganti dopo il successo della riedizione di King Kong nelle sale. Diversi registi e produttori stanno lavorando a dei progetti, tra cui il francese Eugene Lourié che realizza nel 1953 Il risveglio del dinosauro. Il film presenta la prima creatura gigante risvegliata dai test nucleari. L’ idea si fece strada in Giappone allora ancora profondamente segnato da Hiroshima e Nagasaki, fino ad arrivare al produttore Tomoyuki Tanaka che iniziò a lavorare sul progetto Godzilla che sarà realizzato il 3 novembre 1954 e diventerà un enorme successo planetario.
Disponibile in 30 film (tra cui la versione che ci interessa ed il remake americano di Roland Emmerich del 1998), Godzilla è diventato una figura di culto, la stessa che sarà responsabile di tutte le variazioni che la cultura pop ha reso, dalle creature di Go Nagai a Pacific Rim. Bisogna dire che Godzilla, visto dal pubblico giapponese come una sorta di drago moderno, adorato da una popolazione che adora gli dei della natura (Kami), diventerà un eroe nazionale ne Il ritorno di Godzilla dal momento che combatterà mostruosi invasori per proteggere l’arcipelago.
Sessanta anni dopo l’uscita dell’originale, la storia è ripresa da Gareth Edwards, affermatosi per il bel Monsters – sorta di road movie in cui l’invasione di creature aliene è solo uno sfondo per raccontare una storia diversa. La scelta del regista da parte di Legendary Pictures e Warner Bros. non è banale: è ovvio che lo studio non voglia l’ennesimo blockbuster che finirebbe per assomigliare ad Emmerich.
Non è nemmeno una questione il voler mostrare frontalmente emormi creature per oscurare Pacific Rim. La scelta di far dirigere ad Edwards è stata quindi quella giusta e conferma l’ottimo film che ha diretto. Come il regista stesso afferma, questo nuovo Godzilla doveva necessariamente avere origini giapponesi. Il film così si apre proprio lì nel 1999. Bryan Cranston, interpreta uno scienziato che lavora in una centrale nucleare e si inquieta dei movimenti sismici interessati dagli effetti che sembrano provenire della sua installazione. In parallelo, un altro professore interpretato da Ken Watannabe scopre delle ossa giganti in una grotta e la traccia di quella che potrebbe essere una grandissima creatura. Come ci si potrebbe aspettare, si verifica un grave incidente.
L’azione passa al 2014. Il figlio del personaggio di Bryan Cranston è specializzato in bombe militari e nella bonifica delle stesse, parte per il Giappone per andare a trovare suo padre, ancora ossessionato da ciò che è accaduto quindici anni prima. Il seguito come si può intuire, è l’apparizione della creatura gigante che naviga prima verso le Hawaii e poi proprio verso il continente americano.
Il Godzilla di questa nuova versione non brilla certo per una sceneggiatura piena di originalità. L’azione è lineare e le diverse avventure continuano ad avvenire troppo facilmente per Aaron Johnson, in modo che il suo personaggio possa seguire Godzilla in California. Ma il punto del film non si focalizza particolarmente là, è piuttosto nel trattamento offerto da Gareth Edwards, sia al mostro che alla narrazione in generale. Come spesso accade, una storia può essere semplice ma se è ben raccontata, non costituisce un ostacolo al successo.
All’immagine dei mostri, il regista sceglie di filmare l’effetto Godzilla ad altezza umana. Lui stesso spiega che ogni piano è immaginato come se fosse diretto da un equipaggio reale che avrebbe corso il rischio di andare a catturare le immagini di una creatura mentre distrugge edifici. Godzilla richiede tempo per invadere lo schermo poiché la maggior parte del film ruota intorno agli esseri umani ed è girato dalla loro prospettiva.
Le immagini sono belle e Gareth Edwards non nasconde la sua influenza. Vedendo il film di apertura su un elicottero in arrivo su un’isola verde nel modo di “Jurassic Park”, capiamo che il regista ama profondamente il cinema di Steven Spielberg, a cui ha reso omaggio in tutto, fino al nome Brody (come l’eroe di Lo Squalo) del personaggio principale. La passione di Edwards per i mostri di Spielberg esplode sullo schermo a vari livelli, sia per come rappresenta i bambini nella storia, che per la caratterizzazione dei personaggi,fino ad interi temi riutilizzati (padre e figlio, uniti contro gli invasori). Ma Edwards non dimentica la sua eredità. Il regista attinge dall’universo creato durante gli ultimi 60 anni, riprendendo i noti temi del nucleare e dell’ecologia, ancora rilevante per voler fare un film il più realistico possibile. Si offre persino il lusso di presentare il suo mostro in minima parte e può farlo proprio perché Godzilla è una leggenda. Anche se non avete mai visto i film Ishiro Honda ed i suoi sequel, anche se avete perso la versione americana del 1998 e la versione in cartone animato, sapete chi è, probabilmente ne avete sentito parlare e sapete di cosa è capace. Quindi non c’è bisogno di sapere di più in anticipo, il resto sarà visualizzato sullo schermo.
Accompagnata dalla musica di Alexandre Desplat, in una delle migliori composizioni della sua carriera, questa nuova generazione Godzilla non è un blockbuster come gli altri. Grazie al suo comportamento profondamente umano, alle sue belle immagini, all’omaggio reso ai maestri di ogni lato del Pacifico, si dimostra che il “Re dei Mostri” ha ancora cose da dirci, anche 60 anni dopo la sua creazione
Titolo italiano | Godzilla |
Titolo originale | id. |
Regia | Gareth Edwards |
Sceneggiatura | Frank Darabont, Max Borenstein, David Callaham |
Fotografia | Seamus McGarvey |
Montaggio | Bob Ducsay |
Scenografia | Owen Paterson |
Costumi | Sharen Davis |
Musica | Alexandre Desplat |
Cast | Aaron Taylor-Johnson, Bryan Cranston, Elizabeth Olsen, Ken Watanabe, Juliette Binoche, David Strathairn, Victor Rasuk, Sally Hawkins, C.J. Adams, Richard T. Jones, Brian Markinson, Al Sapienza, Patrick Sabongui |
Produzione | Legendary Pictures, Toho Co. LTD |
Anno | 2014 |
Nazione | USA |
Genere | Fantascienza |
Durata | 120' |
Distribuzione | Warner Bros. Italia |
Uscita | 15 Maggio 2014 |
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