Fragments

Una mattinata come un’altra all’interno di un anonimo fast food nella periferia di Los Angeles. Gesti che si ripetono giorno dopo giorno all’interno di una semplice quotidianità.
Ma l’imprevisto è dietro l’angolo. Una porta che si apre… uno sconosciuto dall’aria anonima che entra… colpi d’arma da fuoco… proiettili vaganti… corpi che cadono per terra… macchie di sangue che colorano il pavimento…. un colpo di pistola sordo che pone fine al tutto, senza una spiegazione, senza un’apparente ragione. Le vite dei sopravvissuti non saranno più le stesse: una bambina folgorata da crisi mistica, un malato terminale colpito da una repentina fortuna, una ragazza-madre alla disperata ricerca di una forma d’amore, un medico con manie di onnipotenza.

Il regista australiano Rowan Woods con distacco quasi antropologico mette in scena schegge di vite frantumate in frammenti impazziti, che sembrano uscite da un racconto di Carver.
Disagio, inadeguatezza, traumi irrisolti, sono i temi portanti di questo film notevolissimo per senso del racconto e profondità psicologica dei personaggi, animati da un pool di attori in stato di grazia come Kate Beckinsale (Pearl Harbour, Underworld), Forest Whitaker (La moglie del soldato, L’ultimo re di Scozia), Jeanne Tripplehorn (Basic Instinct), Dakota Fanning (La guerra dei mondi, New Moon), Guy Pearce (Memento, Houdini).
Nessun compiacimento per il dolore, nessuna tolleranza per i protagonisti. Un senso di astrattezza e disperazione che colpisce ed affonda inesorabilmente nell’anima di chi guarda.