Una barca a motore ferma tra le onde, senza àncora né benzina… Proprio così si sentono i cinque univerisitari del film “Fino a qui tutto bene“, mentre, tra scatoloni e valigie, vivono gli ultimi tre giorni della loro vita universitaria prima di buttarsi, senza reti nè protezioni, in quel mare di allibratori affamati che è il mondo lavorativo; il tutto visto da una terrazza pisana.
E già, perchè è tempo di voltare pagina e diventare adulti per Vincenzo (Alessio Vassallo), laureato in vulcanologia e destinato ad accettare una cattedra in una università islandese; la sua fidanzata Francesca (Melissa Anna Bartolini) che sceglierà di non condividere con lui la decisione per continuare a sperare nella carriera teatrale; Andrea (Guglielmo Favilla), l’attore disilluso e frustrato, che dopo la separazione da Marta (Isabella Ragonese) decide di partire in cerca di occasioni migliori; Ilaria (Silvia D’Amico) che è incinta e non sa come dirlo ai suoi e “il Cioni”(Paolo Cioni), il goliardico pisano che si appresta a tornare a casa dei genitori a preparare la tesi.
Sono i protagonisti della nuova brillante commedia dell’anglo-pisano Roan Johnson (al secondo lungometraggio dopo “I primi della lista“, del 2011), che sta avendo un buon successo tra il pubblico ed è già stata premiata allo scorso Festival Internazionale del Film di Roma. Un film leggero e ironico, girato con un budget limitato e mezzi tecnici ridotti all’essenziale, un’opera “dal basso”, che prevede la divisione di diritti sul film ma nessun compenso; un film indipendente e pieno di vitalità.
Ed è proprio Vita quella che si respira in questo appartamento sporco e sovraffollato, fatto di lavandini otturati, bollette da dividere, frigoriferi stracolmi di cibi scaduti e di “pasta col nulla”, di caffè ad oltranza e paura degli esami. Ma è anche un mondo colorato di grandi certezze, vere amicizie, profondi valori. A fare da ombra a questa immagine scanzonata e leggera, tutto sommato felice e spensierata, ci sono i sogni infranti, le piccole incomprensioni, la consapevolezza della imminente e definitiva separazione e l’ipotesi di un suicidio che aleggia per tutto il film, quello di Michele, ex coinquilino dei ragazzi, coinvolto in un misterioso quanto inspiegabile incidente.
Il ritratto di Johnson è un’istantanea autentica e realistica di un momento di crescita personale, quello del passaggio dall’età della giovinezza all’età adulta, quando si rimane incinta per davvero e ci si improvvisa ancora ladri per gioco, si sogna stando ammollo in una piscinetta e si tenta di organizzare il proprio futuro, ci si sente uniti e nello stesso tempo ci si rende conto di non essersi mai conosciuti abbastanza, un’età in cui malinconia e leggerezza convivono tra certezze e paura del nuovo.
Bravi e affiatati i protagonisti del film, che hanno dovuto davvero condividere un appartamento-set per tutta la durata delle riprese, e originale la colonna sonora a cura dei pisani I Gatti Mézzi.
Una commedia fresca e dolceamara che è un addio alla giovinezza, raccontando il tutto e il nulla di un’età unica ed autentica, in cui si capisce che si, alla fine l’importante è davvero non arrendersi mai.
Regia | Roan Johnson |
Sceneggiatura | Roan Johnson, Ottavia Madeddu |
Fotografia | Davide Manca |
Montaggio | Paolo Landolfi, Davide Vizzini |
Scenografia | Rincen Caravacci |
Costumi | Rincen Caravacci |
Musica | I Gatti Mezzi |
Cast | Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia d'Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini, Isabella Ragonese |
Produzione | Roan Johnson |
Anno | 2014 |
Nazione | Italia |
Genere | Commedia |
Durata | 80' |
Distribuzione | Microcinema |
Uscita | 19 Marzo 2015 |
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