Titolo pasoliniano per il secondo film, dopo La terra dell’abbondanza, dei gemelli D’Innocenzo e Premio alla Migliore Sceneggiatura al Festival di Berlino 2020.
Ambientato in una suburbicon romana, quella Spinaceto di morettiana memoria, tra famiglie che ostentano una ricchezza da sempre ambita ma appena sfiorata, fatta di ragazzini problematici ed in completo lockdown emotivo e genitori troppo concentrati su se stessi per accorgersi di quanto accade dietro le proprie mura domestiche.
La storia è pressoché inesistente. Assistiamo ad una successione di scene che vanno a comporre frammenti di vite slegate e frammentate che chiedono allo spettatore di ricostruire e dare senso compiuto. I fratelli D’Innocenzo sposano uno stile lento e contemplativo, elegante ma furbetto che sembra dire allo spettatore: “anvedi quanto so’ figo, intelligente, autoriale”. Questo mi sono sentito dire durante la visione di Favolacce. Un film che uno spettatore medio guarderebbe per poi sentirsi diversamente intelligente e pieno di dubbi al termine della visione.
La terra dell’abbondanza era probabilmente più grezzo ma sincero, questo profuma di “falso d’autore”. Titolo pasoliniano dicevamo in apertura, per una realizzazione fortemente sorrentiniana.
Titolo italiano | id. |
Regia | Damiano e Fabio D'Innocenzo |
Sceneggiatura | Damiano e Fabio D'Innocenzo |
Fotografia | Paolo Carnera |
Montaggio | Esmeralda Calabria |
Scenografia | Paola Peraro, Emita Frigato, Paolo Bonfini |
Costumi | Massimo Cantini Parrini |
Cast | Elio Germano, Barbara Chichiarelli: Dalila Placido, Gabriel Montesi, Max Malatesta, Ileana D'Ambra, Giulia Melillo, Lino Musella, Justin Korovkin, Tommaso Di Cola, Giulietta Rebeggiani |
Produzione | Pepito Produzioni, Rai Cinema, Vision Distribution, Amka Films Productions, RSI |
Anno | 2010 |
Nazione | Italia, Svizzera |
Genere | Drammatico |
Durata | 98' |
Distribuzione | Vision Distribution |
Uscita | 11 Maggio 2020 |
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