Con un esorbitante budget di circa 250 milioni di dollari, l’ottavo capitolo della fortunatissima saga di Fast and Furious assicura divertimento ed adrenalina, a patto ovviamente che si decida di mettere in stand-by il cervello per un paio d’ore. Un accordo equo, in fin dei conti.
Dopo il malinconico finale dell’ultima pellicola, ritroviamo la “famiglia” proprio là dove l’avevamo lasciata. Dom (Vin Diesel) e Letty (Michelle Rodriguez) si godono la luna di miele e tutto sembra andare a gonfie vele, ma all’orizzonte appare una bionda misteriosa (Charlize Theron) che sembra avere qualche conto in sospeso con Toretto. Cosa c’è in gioco di così importante da spingere il nostro eroe tutto muscoli e gasolio a voltare le spalle alla sua sacrosanta famiglia? Riusciranno i nostri a spuntarla anche dopo il cambio di campo di Dom? Vedremo di nuovo tutta la famiglia riunita per la solita grigliata finale, preghiera annessa? Il gioco funziona così: le risposte le possono immaginare anche i sassi, il trucco è nel lasciarsi trascinare dall’assurdità epica che il regista F. Gary Gray riesce a costruirvi sopra. Allora sì che Fast and Furious 8 si rivela un prodotto coerente e perfettamente riuscito.
Nonostante la veneranda età (il primo capitolo è del 2001) e l’elevato numero di pellicole, Fast and Furious è una delle poche saghe cinematografiche che è riuscita con successo a reinventarsi, perfino in meglio. Motori, scazzottate, musica tamarra e signorine mezze nude (ma c’è da dire, presenti solo durante le gare clandestine, per il buon placito dei più buonpensanti) sono, ovviamente, la costante obbligata di tutti i capitoli, ma se nei primi ancora si era tentato di tenere il timone sulla linea dei film sui criminali che si prendono troppo sul serio, con Fast Five (2011) qualcosa è cambiato. I nuovi film hanno segnato un cambio di rotta deciso verso prodotti più consapevoli e per certi versi perfino autoironici, sicuramente più divertenti e spettacolari, sempre più popolati di star iconiche della commedia d’azione (chi non saluta come vecchi amici the Rock o Jason Statham?). L’ottavo capitolo arriva come realizzazione summa di queste nuove premesse e ci travolge in tutta la sua eccessiva assurdità. Automobili hackerate nel centro di New York che inseguono in massa una limousine, automobili che piovono (letteralmente) dai piani alti di un parcheggio, sottomarini russi carichi di missili nucleari, aerei invisibili, Vin Diesel quasi in versione Xander Cage (xXx ) con un’improbabile sega rotante, Lamborghini che si inabissano nei ghiacci di madre Russia, palle da demolizione sorridenti, tante, tantissime esplosioni: insomma, non manca veramente nulla. Eppure non è mai troppo. Che ci si trovi tra i vicoli colorati di Cuba, sulla Quinta di New York o sul ghiaccio della Russia, il ritmo è talmente serrato da impedirci di ponderare la credibilità di ciò che ci passa davanti, possiamo solo decidere di divertirci e goderci lo show, perché in fondo di questo si tratta. Altrimenti meglio rimanere a casa.
Tra le fila della “famiglia” ritroviamo i volti stranoti dei nostri beniamini: Vin Diesel in un Toretto un po’ più combattuto del solito ma mai su ridicoli toni da pseudo-dramma; il trionfo di muscoli e simpatia di Dwayne Johnson the Rock; le arti marziali di un veterano come Jason Statham (già al volante in The Transporter e qui in forma smagliante); Michelle Rodriguez sempre più badass; il duo nerd di Ludacris e della bellissima Nathalie Emmanuel (Il trono di spade); la comicità sempre sopra le righe del Roman di Tyrese Gibson. Ombra presente nella pellicola, ma mai incombente, quella di Paul Walker, scomparso nel 2013, ma indissolubilmente legato alla saga, oltre che ai suoi protagonisti. Colpisce il modo eccellente in cui la scomparsa prematura dell’attore sia stata gestita prima nel settimo capitolo e poi in questo, in fondo non ce lo aspettavamo da pellicole del genere. Ma i veri fiori all’occhiello di The Fate of the Furious sono in realtà due donne. Charlize Theron, stupenda come sempre, è un villain di tutto rispetto, glaciale e cervellotica, senza strafare in troppa psicologia da quattro soldi, e soprattutto semplicemente cattiva. Finalmente siamo giustificati a tifare completamente per i buoni e i loro mezzi non convenzionali. L’altra signora della pellicola è invece Hellen Mirren. L’attrice britannica sta probabilmente a Fast and Furious come Vin Diesel starebbe a Jane Austen, ma ad Hollywood tutto è possibile. Ecco che quindi la nostra signora si trasforma nel personaggio più divertente della pellicola incarnando perfettamente quell’idea di assurda autoironia che la caratterizza.
La morale la sappiamo, i protagonisti li conosciamo e la storia la possiamo immaginare, ma la squadra di Toretto funziona a meraviglia sullo schermo, le sequenze d’azione si fanno sempre più eccessive e a noi, in fondo, piace spegnere ogni tanto il cervello. Specie davanti a pellicole così ben riuscite.
Titolo italiano | Fast and Furious 8 |
Titolo originale | The Fate of the Furious |
Regia | F. Gary Gray |
Sceneggiatura | Chris Morgan |
Fotografia | Stephen F.Windon |
Montaggio | Paul Rubell, Christian Wagner |
Scenografia | Bill Brzeski |
Costumi | Sanja Milkovic Hays |
Musica | Brian Tyler |
Cast | Vin Diesel, Michelle Rodríguez, Charlize Theron, Jason Statham, Dwayne Johnson, Ludacris, Hellen Mirren, Luke Evans, Kurt Russell, Tyrese Gibson, Elsa Pataky, Nathalie Emmanuel |
Produzione | One Race Films, Original Film |
Anno | 2017 |
Nazione | USA |
Genere | Azione |
Durata | 136' |
Distribuzione | Universal Pictures |
Uscita | 13 Aprile 2017 |
Nessun commento