Due giorni al cinema e poi in televisione. “Fabrizio De André. Principe libero” è un’operazione che ben si sposa con l’idea di libertà, coerenza e creatività che il cantautore genovese rappresentava. Serie circoscritta in due puntate, ma che al cinema viene proposta nella sua interezza, mette al centro la vita di Fabrizio, Faber come lo chiamava l’amico Paolo Villaggio, partendo dall’adolescenza fino ad arrivare al successo come artista, passando per le vicende personali e sentimentali, tra Genova e Sardegna, amici e rapimento.
Non volendo analizzare le scelte storiografiche effettuate dagli sceneggiatori, piace qui sottolineare come Luca Marinelli sia un perfetto Fabrizio e le polemiche sul suo accento poco genovese abbiano poca presa. Il suo modi di esprimersi diventa una qualità in più del progetto, che sfugge così al rischio di caratterizzazione macchiettistica, regalando invece la sensazione di avere ancora una volta davanti l’uomo Fabrizio e non la caricatura.
«Il centro del racconto – precisa il regista – doveva essere Fabrizio e la ricerca della propria libertà, personale e professionale. Le due cose sono sempre andate insieme e la cartina di tornasole è il rapporto con la propria famiglia, con il padre Giuseppe, in particolare, dall’infanzia in poi, e quindi con le sue mogli: Puny e Dori».
Titolo italiano | Fabrizio De André. Principe libero |
Titolo originale | id |
Regia | Luca Facchini |
Sceneggiatura | Giordano Meacci, Francesca Serafini, Luca Facchini |
Fotografia | Gogo Bianchi |
Montaggio | Clelio Benevento, Valentina Girodo |
Scenografia | Enrico Serafini |
Costumi | Maria Rita Barbera, Gaia Calderone |
Cast | Luca Marinelli, Valentina Bellè, Elena Radonicich, Davide Iacopini, Gianluca Gobbi, Ennio Fantastichini |
Produzione | Rai Fiction, Bibi Film |
Anno | 2018 |
Nazione | Italia |
Genere | Drammatico |
Durata | 182' |
Distribuzione | Nexo Digital |
Uscita | 23 Gennaio 2018 |
Nessun commento