Con tre Grammy di peso – miglior film, attore e sceneggiatura originale – e nove candidature agli Oscar, “Gli spiriti dell’isola” (“The Banshees of Inisherin”) è uno dei film dell’anno e il 2 febbraio esce finalmente nelle sale italiane. Fin dai primi fotogrammi sarà evidente che se esistesse un premio per la bellezza delle ambientazioni il film sarebbe sicuramente in lizza perché il paesaggio irlandese della Wild Atlantic Way è, oltre a Pádraic (Colin Farrel) e Colm (Brendan Gleeson), tra i suoi protagonisti indiscussi: meraviglioso, primordiale, potente – così come lo è la storia – e senza bisogno di effetti o trucchi speciali.
Ambientato sull’isola immaginaria di Inisherin nel corso della guerra civile irlandese del 1923 “Gli spiriti dell’isola” per le riprese ha preso in prestito il verde, il mare e le bellezze di due isole come Achill Island, la più grande isola irlandese, nella contea di Galway, e di Inishmore (Inis Mór in gaelico), la maggiore dell’arcipelago delle mitiche Aran circondate dall’Atlantico al largo delle coste della contea di Galway. Come hanno sottolineato attori e regista (https://www.youtube.com/watch?v=yAq2IOYrCEo&t=48s), entrambe sono perfette per un’ispirata esperienza irlandese, un po’ nello spirito del viaggio ai confini del mondo, e ripercorrere le location del film può essere un modo divertente e piacevole per scoprire da un inedito punto di vista Achill Island e Inis Mór e il pezzo di ovest atlantico dove si trovano.
Un tour ancora più facile, grazie ai nuovi voli per Knock
Il tour può iniziare dalla più grande, sfruttando per un long weekend anche i nuovi voli per il vicino aeroporto di Knock che sono l’ideale per trovarsi già direttamente nella parte di Irlanda immortalata dal film e in generale sia per esplorarne le contee a nord-ovest sia per accedere rapidamente un pezzo di Irlanda del Nord.
Achill Island: la più grande isola d’Irlanda, a un passo dalla costa, ma autentica e selvaggia
Achill Island, territorio tra i più occidentali d’Irlanda e con le scogliere più alte, è facilmente raggiungibile dalla terra ferma attraverso un piccolo ponte levatoio e se si vuole ripercorrere i luoghi de “Gli spiriti dell’isola” lo si può fare anche avvalendosi di realtà locali come Achill Tourism (https://achilltourism.com), che propongono tour dedicati. Per iniziare a esplorare vale la pena farlo dagli scorci offerti da Cloughmore, nell’angolo sud-orientale dell’isola, ambientazione del pub JJ Devines (il pub, ostruito per l’occasione, nella realtà non esiste e il paesaggio è rimasto intatto). In particolare, questa località compare nella foto pubblicitaria del film che mostra i personaggi di Colin Farrell e Brendan Gleeson seduti attorno ad un tavolo di legno, con alle spalle un tratto di scogliera battuta dalle onde. Percorrendo verso ovest la parte sud della costa, dopo aver avvistato l’immensa Keel Beach su cui si affaccia l’Achill Island Golf Club, si arriva a Purteen Harbour, stretta insenatura naturale usata di pescatori, dove è facile vedere gruppi di pecore brucare fino al mare, con il loro manto bianco che contrasta con le tinte accese delle piccole barche da pesca. Nel film ospita il piccolo negozio O’Riordan ed è stato utilizzata come zona dalle atmosfere portuali.
Avanzando lungo questo tratto di litorale si arriva in un’altra location ad affetto wow: Keem Bay, una delle spiagge più famose d’Irlanda (è anche il miglior posto in Irlanda e UK per il nuoto in acque libere), punto in cui si trova la casa di Colm (ristrutturata proprio dalla produzione). In particolare, l’ultimo tratto di strada, che termina proprio dove c’è la spiaggia, si sviluppa attraverso un territorio quasi privo di tracce umane: anche qui le pecore sono moltissime e sembra quasi impossibile che riescano a stare incollate alle ripide e verdi pendici in cui si incunea il candore della baia. Vale la pena fare una sosta – all’andata o al ritorno – approfittando di Gielty’s Clew Bay (www.gieltys.com), autoproclamatosi il pub più occidentale d’Europa, per una birra, un caffè, godere del camino acceso con vista sulla baia, mangiare qualcosa (la cucina è semplice, ma ottima) e sentire, magari, musica dal vivo.
Tornando un po’ indietro di circa 5 chilometri, si trova il bivio per guadagnarsi un’altra veduta incantevole, quello per Lough Acorrymore, uno specchio d’acqua non molto grande letteralmente incastonato tra la rugosa superficie di questa zona rimasta intatta. Nel film fa da sfondo a uno dei momenti più intensi e ospita il cottage della signora McCormick.
Come ultima location significativa si può scegliere la chiesa di St. Thomas, a Dugort, nella parte nord-est dell’isola. Per raggiungerla si deve percorrere a ritroso il percorso fatto per arrivare a Keem Bay ed è consigliabile, subito dopo Keel, scegliere la strada che si spinge un po’ di più verso l’interno (Slievmore Road), toccando punti carini come, per esempio, The Achill Experience Aquarium o Achill Bogwood Sculpture, laboratorio in cui si lavorano pezzi di legno recuperati nelle torbiere della zona. La chiesa ottocentesca di Dugort dalle fattezze neogotiche, che compare nelle scene della messa, è aperta solo negli orari del servizio del culto e per approfondire la sua storia e quella delle aree circostanti si può prendere parta a un interessante tour storico a piedi di due ore, “The Colony Tour” (https://achilltourism.com/item/the-colony-tour). Poco lontana, da togliere il fiato, Dugort Beach, spiaggia Bandiera Blu (l’isola ne ha ben 5) immensa e con una fine sabbia chiara e acqua cristallina. E se si decide di fermarsi, prima di ripartire verso le Aran, questo micro-agglomerato urbano (qualche manciata di edifici) è molto suggestivo e offre piccole chicche come The Old Fisherman Cottage e The Old Beach Cottage (https://www.theoldbeachcottage.com), antichi edifici (il secondo è in pietra), ristrutturati in modo semplice e delizioso.
Chi volesse, invece, provare uno degli hotel della zona utilizzati dal cast, può optare per il 4 stelle Mulranny Park Hotel (https://www.mulrannyparkhotel.ie). Vi soggiornarono anche John Lennon e Yoko Ono ed è situato in posizione altamente panoramica vicino all’omonima spiaggia, proprio lungo la Great Western Greenway, nel tratto più scenografico del suo tracciato. Menzioni speciali per la piscina e i trattamenti benessere a base di alghe.
Inis Mór: tutta la poesia di un arcipelago profondamente irlandese dalla struggente bellezza atlantica
Grande circa un quinto di Achill Island, Inishmore (https://www.aranislands.ie/inis-mor-inishmore-island-aran-islands) o, in gaelico, Inis Mór (lunga 12 chilometri e larga meno di 4) è la più grande delle tre isole Aran, derivate da una piattaforma calcarea staccatasi dalla costa della contea di Galway. Centro fondamentale per il gaelico, largamente usato ovunque, sono note per la loro cultura tradizionale, il paesaggio caratteristico, il mosaico di campi e il reticolo di chilometri di muretti a secco, spesso visibili nel film.
Raggiungere Inishmore non è così facile come per l’altra isola, ma da Galway si possono facilmente prendere autobus per i traghetti della compagnia Aran Island Ferries in partenza da Rossaveel (www.aranislandferries.com) attivi tutto l’anno. La bicicletta (si possono noleggiare anche bici elettriche) nei mesi meno freddi è il mezzo ideale, ma si può anche optare per i caratteristici calessi o – se si è in vena – anche per delle comode scarpe da trekking! Ideale per pernottare, il Bed &Breakfast Tigh Fitz (www.tighfitz.com), a un passo dalla riva di Killeany. Se si è curiosi di soggiornare dove lo ha fatto la produzione si può scegliere, per esempio (a seconda delle stagioni) l’Aran Camping & Glamping (www.irelandglamping.ie), che offre raffinati pods e cottages, caratterizzati da un design chic e lineare, con un’incredibile vista sull’Atlantico.
Partendo per il tour, da est verso ovest, l’area della piccola e incantevole baia chiamata dai locali Rabbit Beach che si trova praticamente alla fine della strada dell’isola, non lontano da Eararna, fa da quinta a un contrasto tra i protagonisti e poco lontano un altro luogo immortalato dalle riprese è l’esterno del cimitero di Killeany, con le croci celtiche e le rovine del Saint Enda’s Monastery, le cui origini sembrano risalire al IX secolo.
Muovendosi verso ovest attraverso l’isola, a meno di 10 chilometri, non lontano dallo spettacolare sito precristiano di Dún Aonghasa o Dun Aengus – risalente a circa 3000 anni fa e scenograficamente posizionato in cima a una scogliera – in un’area isolata vicino al piccolo villaggio di Gort Na gCapall, si trova l’area dove è stata costruito il cottage di Padraic, facendo tesoro di esperti scalpellini locali. Gli incredibili semicerchi concentrici che costituiscono il sito sono visibili dalla finestra di Padraic e fanno anche da bellissimo sfondo a una conversazione tra lui e Dominic, altro protagonista, impersonato da Barry Keoghan.
Per una sosta di gusto, semplice e locale, non lontano, è presente il piccolo e bellissimo caffè-ristorante con il tetto di paglia Teach Na Phaidi, nello stesso agglomerato si trova anche anche l’Aran Island Knitwear Store (vicino a sua volta a un caffè con comodi tavolini all’aperto), dove fare acquisti come maglioni di lana e pelli di pecora conciate.
Dopo altri cinque chilometri ancora più a ovest, quasi dove l’isola finisce invece, si incontra l’area chiamata Onaght o Eoghanacht in gaelico. A differenza delle case di Padraic e Colm, la casa di Dominic, localizzata in questa zona, è un bungalow realmente presente sull’isola. Lungo il tragitto, vale la davvero fermarsi da Bláth Na Mara – Aran Islands Seaweed (www.blathnamara.ie) per fare qualche acquisto di prodotti a base di alghe biologiche raccolte interamente a mano e farsi suggerire qualche ricetta. I punti che sull’isola meritano uno stop, naturalmente, sono molti altri, ma viste le sue dimensioni contenute il modo migliore per scoprirli è lasciarsi un po’ guidare da ciò cattura l’attenzione in quel momento, mettendo bene a fuoco perché Achill Island e Inis Mór siano state scelte, come ha commentato il regista e sceneggiatore Martin McDonagh, per catturare la bellezza dell’isola d’Irlanda e girare il più film irlandese in assoluto più bello.
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