Le corde morbose e inquietanti dell’Ozon di “Giovane e Bella” e “Nella casa” non vibrano più. Stridono. In questo giallo giocato sul tema del doppio, della psicanalisi e dell’erotismo manca l’elemento fondamentale per la riuscita di un film del genere: la fusione dei piani narrativi. La storia di Chloe, la ragazza senza passato che si innamora di due psicanalisti gemelli, delle loro bugie, dei loro segreti e delle loro debolezze, non decolla e rimane incagliata nelle sabbie delle intenzioni.
L’erotismo sembra un esercizio di stile, la psicanalisi, giocata troppo sul rapporto causa effetto, rende, paradossalmente, i personaggi scontati e poco interessanti dal punto di vista psicologico; l’intreccio annaspa tra un’ambiguità troppo “scritta” e colpi di scena studiati a tavolino.
L’aspetto più riuscito del film è la regia, il tentativo di raccontare la mente della protagonista, i suoi turbamenti e le sue angosce. Dice, a tal proposito, François Ozon: «Rappresentarla (la mente di Chole) architettonicamente giocando con le simmetrie, i riflessi e la geometria.Tutto il set è stato concepito per creare l’impressione che si costruisse progressivamente, come il cervello sviluppa il pensiero».
Un’impostazione meravigliosamente cerebrale, per un film senza cuore.
Titolo italiano | Doppio amore |
Titolo originale | L'amant double |
Regia | François Ozon |
Sceneggiatura | François Ozon |
Fotografia | Manuel Dacosse |
Montaggio | Laure Gardette |
Scenografia | Lilith Bekmezian |
Musica | Philippe Rombi |
Cast | Marine Vacth, Jérémie Renier, Jacqueline Bisset, Myriam Boyer, Dominique Reymond |
Produzione | Mandarin Production, Scope Pictures |
Anno | 2017 |
Nazione | Francia |
Genere | Thriller |
Durata | 110' |
Distribuzione | Academy Two |
Uscita | 19 Aprile 2018 |
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