La risposta europea a Pixar è Michel Ocelot. Altro ritmo certo, altro concetto della fantasia, meno inventiva, più cultura, meno creatività più bellezza, meno sinapsi più razionalità.
“Dilili a Parigi” è un bel cartone animato pieno di buone intenzioni dove si narrano le avventure della piccola Canaca Dililì nella Parigi della Belle Époque insieme al suo amico Orel nel tentativo di sgominare la banda dei Cattivi Maestri che rapiscono le bambine e vogliono portare un nuovo ordine morale basato sulla schiavitù femminile.
Dopo un inizio un po’ stentato in cui l’intento pedagogico sembra troppo pronunciato, il film cambia passo. Diventa decisamente un piacere lasciarsi trasportare nella Parigi affascinante di Fine Secolo, incontrare Marcel Proust, sentire suonare al piano di un bistrot Erik Satie, vedere Toulouse-Lautrec aiutare i nostri eroi mentre disegna le ballerine al Moulin Rouge, ascoltare Emma Calvè cantare la Carmen, fare la conoscenza di Pasteur e Madame Curie e sbirciare di nascosto la più grande attrice di tutti i tempi Sarah Bernardt.
La trama si sviluppa come un giallo ma non rinuncia alla grazia e a un tenue umorismo tipico dell’autore francese che dal punto di vista tecnico questa volta usa il 3D non solo per rappresentare e animare i personaggi, ma anche nelle scenografie composte da fotografie reali raggiungendo un risultato compositivo originale e accattivante.
Titolo italiano | Dilili a Parigi |
Titolo originale | Dilili à Paris |
Regia | Michel Ocelot |
Sceneggiatura | Michel Ocelot |
Montaggio | Patrick Ducruet |
Musica | Gabriel Yared |
Produzione | Nord-Ouest Productions, Studio O, Arte France Cinéma |
Anno | 2018 |
Nazione | Francia, Belgio |
Genere | Animazione |
Durata | 95' |
Distribuzione | Movies Inspired |
Uscita | 24 Aprile 2019 |
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