Apple ha presentato il primo catalogo di audiolibri in inglese, le cui voci narranti sono state create attraverso l’utilizzo di un software di intelligenza artificiale che, di fatto, sostituisce l’impiego di attori doppiatori a favore della campionatura vocale realizzata in digitale. Un metodo alternativo che conferma i progressi tecnologici ma che al contempo, mina alla base il settore del doppiaggio, partendo dalle letture artificiali che sostituiranno anche i narratori degli audiolibri.
L’azione di Apple di usare una voce sintetizzata da un computer attraverso l’I.A., che ha generato un sentiment negativo nel panorama dei doppiatori, le cui preoccupazioni sono state raccolte da ANAD – Associazione Nazionale Attori Doppiatori e rilanciate dal suo Presidente, Daniele Giuliani che, dichiara: «L’evoluzione tecnologica è da sempre parte del processo umano, il problema nasce nel momento in cui si pensa che possa sostituire una forma artistica. Credo fortemente che l’arte sia meravigliosa nelle sue imperfezioni. Un assolo di batteria campionato non sarà mai emozionante quanto un batterista che suona dal vivo».
Il presidente in difesa della categoria del doppiaggio prosegue: «Se le aziende credono davvero di poter sostituire la figura dell’attore doppiatore con un algoritmo vocale, allora vorrà dire che non hanno mai davvero capito il valore artistico di quello che facciamo per i loro prodotti. Un giorno forse decideranno di sostituire anche gli stessi attori americani. E allora andremo a vedere al cinema solo una sequenza di pixel svuotati di ogni tipo di emozione. Per evitare che ciò accada dobbiamo velocemente e brillantemente riportare in auge il nostro mestiere. Facendolo con qualità e professionalità estreme, così da non dare adito a nessuno (a partire dai fan da tastiera) di poter preferire una voce artificiale. Iniziando a valorizzare non tanto le corde vocali e i suoni (replicabili), ma tutto ciò che un attore mette in campo a prescindere dal suo timbro».
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