Il primo spazio culturale di Roma aperto H24.
Sala Cinematografica e Aula Studio – Biblioteca
298 Poltrone Cinematografiche – 50 postazioni studio
Biblioteca – Videoteca – Sala mostre – Sala Riunioni
Un osservatorio per la salvaguardia delle sale cinematografiche dismesse
La sala Troisi di Via Girolamo Induno è un immobile di Roma Capitale attualmente assegnato all’associazione “Piccolo Cinema America”, mediante un concorso pubblico.
Purtroppo però – racconta Valerio Carocci, in qualità di presidente dell’associazione assegnataria – questo cinema, che in apparenza sembrava pronto all’uso, dopo un’analisi tecnica approfondita successiva all’assegnazione, si è rivelato invece privo di qualsivoglia agibilità e certificazione, ma non privo di abusi edilizi e difformità con catastali. La Sala Troisi è l’emblema di quella tendenza tutta italiana ad appellarsi ad una legalità tanto opprimente quanto, in fin dei conti, vacua poiché non sostenibile da quegli stessi enti che se ne fanno promotori.
In questo edificio, che dal 1997 al 2013 ha esercitato al pubblico senza alcuna autorizzazione, sono necessarie verifiche delle strutture portanti dei solai ed ingenti lavori di manutenzione straordinaria: interventi edili per l’adeguamento delle uscite di emergenza e delle vie di esodo; demolizione e ricostruzione dell’impianto di areazione; verifica profonda e relativo adeguamento dell’impianto elettrico; sostituzione di ogni materiale tessile; digitalizzazione della cabina di proiezione.
Questo è ciò che abbiamo inaspettatamente scoperto, quasi ad un anno dalla vittoria del bando e a due anni dall’annuncio dello stesso concorso pubblico. Pertanto – continua Carocci – abbiamo deciso di procedere in linea con quanto svolto nell’esperienza del Cinema America: affinché almeno questa sala riapra, siamo disponibili noi a ripristinare una legalità là dove questa è stata svuotata di significato. Pertanto, nonostante spetti alla proprietà farsi carico delle risorse indispensabili al processo di riattivazione, siamo disponibili ad investire le nostre energie, il nostro tempo ed il nostro denaro, purché l’onere economico, come disposto nel bando pubblico, venga scomputato dal canone di concessione convenzionalmente concordato e cioè dalla quotazione di mercato abbattuta dell’80%.
Dopodiché il nostro progetto gestionale e di ristrutturazione è pronto per essere realizzato.
La Sala Troisi prenderà il nuovo nome di Cinema Troisi – dichiarano gli architetti Raffaella Moscaggiuri e Claudia Tombini – e la sua definizione funzionale, oggi data da ogni singolo e specifico ruolo, è pensata per consentire in futuro differenti attività e modi di uso, capaci di rispondere sia alle attese del progetto culturale proposto, e risultato vincitore, che alle attese di un pubblico aperto e non ristretto in categorie.
Il progetto, come si può vedere dai diversi elaborati, si basa essenzialmente su una rifunzionalizzazione dei locali esistenti: sarà infatti mantenuta l’unicità della sala cinematografica con 298 poltrone ed il foyer-bar, che sarà flessibilmente allestito come videoteca, biblioteca cinematografica, esposizione, infopoint, postazioni internet, ecc. L’unico intervento di maggiore complessità è lo spostamento degli impianti di areazione sulla copertura piana esistente in diretta corrispondenza alla sua attuale area di pertinenza; tale disposizione consentirà la creazione, all’interno dell’ex locale tecnico, di una sala lettura di 150mq fruibile h24 con 50 singole postazioni studio. Sempre nello stesso locale sarà quindi ripristinata la vetrata originaria, oggi purtroppo non più presente, restituente la corrispondenza assiale, progettata da Luigi Moretti, tra i due corpi di fabbrica adiacenti alla prima terrazza che, oggi inutilizzata, potrà ospitare un’area studio all’aperto in continuità con quella interna o, in alternativa e all’occorrenza – concludono gli architetti – una piccola arena all’aperto per proiezioni estive.
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