Chissà se, come sostiene Cosmic, gli asteroidi impatteranno la Terra o se l’evento catastrofico rimarrà solo una sua fantasia. Certo è che sia lui sia i suoi amici Pietro e Ivan, vagano senza trovare collocazione come quei corpi celesti; loro, non nello spazio, ma nel paesaggio incanaglito e sfilacciato della pianura emiliana, mentre si apprestano ad entrare nell’età adulta.
GLI ASTEROIDI, primo lungometraggio di finzione diretto da Germano Maccioni, sceneggiato insieme a Giovanni Galavotti, è da oggi sul set.
37 anni, di Bologna, collaborazioni con Cobelli, Branciaroli, Maresco, Diritti, Sanguineti, il regista ha al suo attivo numerosi doc e corti premiati in vari festival e accolti con favore dal pubblico, come nel caso, tra gli altri, di Fedele alla linea (2013) su Giovanni Lindo Ferretti.
Protagonisti di questa favola avventurosa calata nella contemporaneità dove tutto, luoghi ed esistenze, sembra soggetto al medesimo sgretolamento, sono tre ragazzi neppure ventenni legati da amicizia profonda. La crisi economica ha picchiato duro, non ha risparmiato le loro famiglie rendendo precari affetti e legami. Del futuro non pare esserci traccia.
Il presente sono giorni vuoti e ripetitivi: scuola, lavoro da quattro soldi, circolo ricreativo, vagabondaggi, qualche furto tanto facile da sembrare un gioco. Il loro rifugio, per un po’ di fumo e qualche fantasticheria, è un capannone abbandonato che diventerà il luogo del destino quando tutto improvvisamente precipiterà…
Concepito, prodotto e realizzato interamente a Bologna e nella sua provincia, ad interpretare i tre ragazzi sono attori non professionisti (Riccardo Frascari/Pietro, Nicolas Balotti/Ivan, Alessandro Tarabelloni/Cosmic) provenienti dallo stesso ambiente dei personaggi per dare autenticità al racconto. Sul fronte attoriale adulto, in ruoli chiave, Pippo Delbono (Ugo) delinquente incattivito che irretisce i ragazzi, e Chiara Caselli (Teresa), madre di Pietro, sfinita dalla vita.
Romanzo di formazione, GLI ASTEROIDI si inscrive nel filone attualissimo dei coming-of-age movie tuffato però dentro uno scenario da provincia ex-industriale sconfinata, alienante. Con i suoi campi allargati, i capannoni dismessi, le tracce di civiltà contadina, le periferie sfrangiate, questo è l’universo di Ivan, Pietro e Cosmic: uno spazio che poggia su un passato dove tutto ormai vacilla e tuttavia può prestarsi, quasi epico, a cavalcate selvagge alla John Ford su un motorino smarmittato.
E quasi aliena, sull’orizzonte piatto della pianura, si staglia la stazione astronomica che nutre i sogni di Cosmic: è lo stesso osservatorio astronomico – la Stazione Radioastronomica di Medicina (Bologna) – di Deserto Rosso di Antonioni attorno a cui vagabondavano, oltre 50 anni fa, Corrado/Richard Harris e Giuliana/Monica Vitti che voleva sentire i rumori delle stelle.
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