Bob (Tom Hardy) lavora presso il bar del cugino Marv (James Gandolfini) e la sua vita scorrerebbe nella più assoluta tranquillità, benché il locale sia gestito da mafiosi ceceni e funga da cassa di deposito per le scommesse clandestine. Tutto cambia quando in un breve lasso di tempo due giovani vi compiono una rapina e tornando a casa Bob trova un cucciolo di pitbull maltrattato; entra infine in contatto con una vicina (Noomi Rapace) dalla personalità fragile e misteriosa segnata dalla storia con un giovane scapestrato (Matthias Schoenaerts). Subito dopo, il nostro taciturno eroe dovrà vedersela con il suddetto psicopatico e scoprire chi ha messo in piedi il colpo. La resa dei conti rivelerà che ognuno dei personaggi in scena nasconde un passato più oscuro di quello che potesse apparire inizialmente.
Il noir americano contemporaneo è rigidamente diviso in due scuole: c’è quella della costa Ovest di Ellroy e Leonard con le sue storie ingarbugliate e i personaggi sboccati che si perdono in vortici di perdizione su strade assolate, e ci sono i piovosi e grigi scenari della costa Est di Dennis Lehane, in cui i protagonisti portano in sé le colpe e i peccati originali che segneranno le loro vicende lineari e inesorabili. Per la prima volta Lehane (“Mystic River”, “Shutter Island”) lascia la forma del romanzo per stendere la sua prima sceneggiatura portando a casa il punto più importante: far crescere con un lento climax la tensione sottesa senza spargere per gran parte del film neppure una goccia di sangue.
La sua impresa è facilitata da interpretazioni all’altezza su cui spiccano Tom Hardy perfetto nel assorbire con imperturbabilità le provocazioni che gli arrivano dall’esterno, giocando sulla sua fisicità imponente e su pochi sguardi (come se la sorprendente impresa del recente “Locke” lo avesse addestrato a lavorare di sottrazione) e la metamorfosi di un Matthias Schoenaerts quasi irriconoscibile e bravo nel non cadere nel solito cliché del pazzo psicopatico.
A proposito di cliché però, un po’ il genere e un po’ la quantità di film (basterebbero forse quelli tratti dai soli romanzi di Lehane) mettono insidie dietro ogni angolo di questa storia, che non sempre il regista Michael R. Roskan riesce di evitare, come l’abuso di cattivissimi ex sovietici che sembrano scappati da un set della serie “Taken” e parlano ancora l’italiano di Ivan Drago, minacciando di spezzare gambe qua e là.
Siamo insomma ben lontani dall’intensità di “Mystic River” e anche dal bel ritmo del sottovalutato “Gone Baby Gone”, con cui Ben Affleck esordì alla regia nel 2007 trasponendo Lehane, ma ciò non toglie che questo film conservi una sua coerenza e una certa godibilità pur non apportando di fatto nessuna rilevante novità.
Titolo originale | The Drop |
Regia | Michael R. Roskam |
Sceneggiatura | Dennis Lehane |
Fotografia | Nicolas Karakatsanis |
Montaggio | Christopher Tellefsen |
Scenografia | Therese DéPrès |
Costumi | David C. Robinson |
Musica | Marco Beltrami, Raf Keunen |
Cast | Tom Hardy, Noomi Rapace, James Gandolfini, Matthias Schoenaerts, John Ortiz |
Produzione | Chernin Entertenment, Fox Searchlight Pictures |
Anno | 2014 |
Nazione | Usa |
Genere | Drammatico |
Durata | 106' |
Distribuzione | Fox Searchlight Pictures |
Uscita | 19 Marzo 2015 |
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