Siamo negli anni 50 in un paesino dell’Aspromonte abbandonato da Dio, dagli uomini e dal progresso, dove le donne muoiono di parto perché non ci sono i dottori e i bambini vanno a lavorare invece di andare a scuola. La soluzione per uscire da questo stato pre industriale ci sarebbe: costruire una strada che faciliti la comunicazione col mondo. Ma anche in realtà così miserevoli, ci sono interessi che non vanno toccati.
La riuscita di un film del genere, tratto dal romanzo di Pietro Criaco “Via dall’Aspromonte” è la credibilità della messa in scena. Che purtroppo nel film di Calopresti “Aspromonte, la terra degli ultimi” latita. La sequenza della costruzione della strada intrapresa dagli abitanti del piccolo paese ne è un esempio lampante. Nessuno degli attori evidentemente ha mai preso in mano un piccone per svellere il terreno o una vanga per eliminare la terra, tanto che sembra di assistere a una pantomima, e non a un’azione reale. Anche i protagonisti sono tutti belli, fisicamente in tiro, con abiti dismessi e canottiere indossati ad arte. Insomma credibilità ai limiti per un film lodevole nelle intenzioni (con un potere centrale che va a braccetto con la mafia locale gli ultimi non saranno mai i primi), ma senza un carattere di verità.
Titolo italiano | Aspromonte, la terra degli ultimi |
Titolo originale | id |
Regia | Mimmo Calopresti |
Sceneggiatura | Mimmo Calopresti, Monica Zapelli |
Fotografia | Stefano Falivene |
Montaggio | Valerio Quintarelli |
Musica | Nicola Piovani |
Cast | Valeria Bruni Tedeschi, Marcello Fonte, Francesco Colella, Marco Leonardi, Sergio Rubini, Romina Mondello, Fabrizio Gifuni, Carlo Marrapodi |
Produzione | Italian International Film con Rai Cinema |
Anno | 2019 |
Nazione | Italia |
Genere | Drammatico |
Durata | 89' |
Distribuzione | Italian International Film |
Uscita | 21 Novembre 2019 |
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