American Skin

“American Skin“, pelle americana…

Il film racconta della vita di Lincoln Johnson (nomen omen), un veterano dell’Iraq che lavora come bidello in una scuola media di Los Angeles. Lincoln perde il figlio quattordicenne durante un (ipoteticamente) usuale controllo di polizia che finisce malamente: il poliziotto bianco scambia il cellulare per un’arma e uccide il ragazzo. Passa un anno e Lincoln inizia ad essere seguito da una troupe televisiva che desidera realizzare un documentario sulla sua vicenda. Sono i giorni del processo che decreterà il poliziotto innocente. Tutto troppo sommario e sbrigativo: la comunità nera reagisce. Per avere giustizia c’è una sola soluzione. Farsela da solo: Lincoln sequestra l’intero dipartimento di Polizia. Lì dentro organizza un nuovo processo dove la giuria è composta da detenuti e gente comune, alla presenza ovviamente del poliziotto colpevole…

“American Skin“, presentato in anteprima a Venezia76 nella sezione Sconfini è diretto e interpretato da Nate Parker, che torna a dirigere un film a tre anni da “The Birth of a Nation”. Al Lido era presente Spike Lee che ha dichiarato: «Mio fratello, Nate Parker, ha ideato un tour de force coraggioso. Non ero colpito da un film come questo da tanto, tanto tempo. Spero e prego che il pubblico cinematografico comprenda questa battaglia tra AMORE e ODIO, che ha diviso il nostro mondo. Bravo Nate, davvero bravo». 

La verità cinematografica è più amara di quella reale? Difficile dirlo, quello che resta impressa è una totale sensazione di impotenza.