America Latina

La locandina

Massimo (Elio Germano) è un dentista di Latina, felicemente sposato, con due figlie e una villa holliwoodiana; per distrarsi una volta a settimana si ubriaca in compagnia di un amico. Un giorno come un altro scende in cantina per risolvere una faccenda domestica e inaspettatamente trova una ragazza legata e imbavagliata. Come è finita lì? Chi è stato? Questo l’incipit del nuovo film dei fratelli D’Innocenzo “America Latina“ il terzo lungometraggio, in concorso alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Da quell’iniziale ritrovamento per lo spettatore inizia un lungo, lunghissimo (e a tratti noioso) cammino cinematografico in cerca di una soluzione al dilemma: “Sarà vero o sarà tutto un sogno?”. Il terzo film dei registi gemelli latita nel contenuto, eccede nel manierismo e perde quel senso di territorialità che si respirava nei precedenti “La terra dell’abbastanza” presentato al Festival di Berlino nella sezione Panorama e “Favolacce” con cui in concorso al Festival di Berlino, vincono l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.

«Essendo gemelli – dichiarano nelle note di regia – anche i nostri due film precedenti raccontavano storie di famiglie, di senso di appartenenza, di sangue, ma non  ci eravamo mai addentrati così a fondo nel tema e abbiamo scelto la via a noi più rischiosa: la dolcezza. La dolcezza e tutte le  sue estreme conseguenze. America Latina è un film sulla luce e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per osservarla. Grazie per la visione».