31

Se ne erano quasi perse le tracce dopo la sua ultima fatica cinematografica “Le streghe di Salem” in cui confluivano le sue due grandi passioni: l’horror e la musica. Si perchè Rob Zombie oltre a regista ‘de paura’ è anche fondatore, nonché cantante e compositore del gruppo alternative metal White Zombie, gruppo con il quale ha suonato fino al 1998, anno dello scioglimento dello stesso. Successivamente ha iniziato la carriera solista che lo ha portato alla pubblicazione di 4 album, prima di debuttare al cinema in veste di regista con La casa dei 1000 corpi nel 2003.

Con 31, uscito direttamente in DVD per l’Italia, torna all’origine attraverso una pellicola dove la trama è puro pretesto per mettere in scena una mattanza estrema e senza freni. Cinque sbandati, lavoratori di un circo, la notte di Halloween vengono rapiti dal loro camper in mezzo al deserto e fatti prigionieri in un desolato e spaventoso spazio abbandonato, dove sono costretti dai loro rapitori (una coppia di freak barocchi interpretati tra l’altro da Malcolm McDowell) a giocare a un gioco crudele e violentissimo, nel quale sono chiamati a cercare di sopravvivere per 12 ore mentre una banda di clown psicopatici cerca di farli fuori con ogni arma possibile.

Il mood nel quale il regista precipita i suoi protagonisti e noi con loro è quello delle atmosfere da cinema horror Anni Settanta, con forti richiami a Non aprite quella porta o Le colline hanno gli occhi, con immagini che simulano il Super8 e colori forti e pastosi esaltati dall’ottima fotografia di David Daniel. Quando la scena si sposta al chiuso, l’atmosfera cambia, i toni scuri iniziano a farla da padrona esaltati da luci stroboscopiche e colori freddi ed asettici che montano quel clima allucinatorio di cui accennavamo inzialmente.

Ritmo serrato, dialoghi ridotti al minimo, morti cruente e profusione di sangue, movimenti di macchina sincopati e sconessi che spesso vanno a sostituire il lavoro del montatore Glenn Garland, 31 segna un passo indietro rispetto ai precedenti lavori, un divertissment che Rob Zombie si è regalato ma che nulla aggiunge alla sua carriera.

La domanda ora è la seguente: saprà il regista statunitense rimettere la marcia e proporre qualcosa di originale oppure come Benjamin Button col passare del tempo tornerà sempre di più ai primordi, rifacendo le sue prime opere e riscattando la delusione di questo lavoro? Attendiamo con una certa inquietudine…