L’ultimo, attesissimo, lavoro di Wong Kar-Wai (al quale è stata sottratta la Palma d’oro a Cannes da Fahrenheit 9/11.. mah!) non delude le aspettative.
Due ore di suggestioni colorate, inquadrature tagliate e cura nei dettagli. Hong Kong, anni Sessanta: un giornalista viveur e affascinante (una specie di Marcello cinese in piena “Dolce vita”) conosce, in periodi diversi, tre donne, inquiline come lui di un albergo e precisamente della camera 2046.
Le sue avventure gli saranno di ispirazione alla stesura di un romanzo (2046 appunto) erotico-fantascientifico ambientato in quel preciso anno, inteso come punto di non ritorno.
Il romanzo autobiografico si materializza a fianco della storia del giornalista. Il regista ci ricorda anche che il 2046 sarà l’anno della definitiva entrata di Hong Kong nella Repubblica Popolare Cinese, un altro punto di non ritorno. Ma a parte questo 2046 è un film sull’amore, condito da sguardi fugaci e ambientazioni kitsch-orientaleggianti. E la maestria con cui il regista le esplora con la mdp è assolutamente imperdibile. [simone pacini]
Titolo originale | id. |
Regia | Wong Kar-wai |
Sceneggiatura | Wong Kar-wai |
Fotografia | Christopher Doyle |
Montaggio | William Chang Suk-Ping |
Musica | Shigeru Umebayashi |
Cast | Tony Leung, Gong Li, Ziyi Zhang, Carina Lau, Maggie Cheung, Faye Wong |
Anno | 2004 |
Nazione | Cina |
Genere | Drammatico |
Durata | 120' |
Distribuzione | Istituto Luce |
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