Non necessariamente l’arte è provocatoria, ma a volte la provocazione è un’arte. Intendiamo come provocazione l’atto creativo eclatante o discreto, ironico o iconoclasta che mette in luce una realtà sconosciuta rispetto a quella consolidata. Ecco di seguito cinque grandi provocazioni che hanno segnato il mondo artistico e politico dagli anni 30 a oggi.
Luis Buñuel e Salvador Dalí. Un chien Andalou,1929. La celebre scena dell’occhio tagliato da un rasoio in apertura del film: solo così si potrà guardare in maniera diversa il mondo circostante. Il manifesto del surrealismo.
Piero Manzoni. Il 21maggio 1961 l’autore sigillò 90 barattoli di latta, ai quali applicò un’etichetta, tradotta in varie lingue, con la scritta Merda d’artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prezzo: 30 grammi d’oro. La società dei consumi trasforma la merda in oro.
Mathias Rust, aviatore, nel 1987, in piena guerra fredda, partito dalla Germania Ovest atterra con un piccolo aereo da turismo nella Piazza Rossa di Mosca. Un volo illegale per la libertà, che fece scalpore. Il Muro di Berlino sarebbe stato abbattuto due anni più tardi.
Graziano Cecchini, Fontana di Trevi rossa, 2007. L’arista con una vera e propria azione futurista colora l’acqua della fontana più famosa del mondo di rosso. Bellissimo, vietatissimo. Bellissimo perché vietatissimo?
Milano, Aprile 2016. Il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani brandendo nell’aria un salame affronta una manipolo di Vegani inferociti dai quali verrà picchiato senza pietà. Un gesto che ribalta il luogo comune e mette a nudo la verità. Il vegano ideologico e brutale, il carnivoro crapulone e non violento.
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