La mostra “Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico” al Palazzo delle Esposizioni parte dall’assunto che mai un poeta, uno scrittore, un intellettuale, un autore cinematografico, è stato così corpo e incarnazione della parola. La mostra si propone di esplorare la figura di Pasolini nella dimensione radicale di autore, sempre vissuta attraverso una fisicità che attraversa il mondo come splendore e tragedia, in un amore estremo per la vita e per la realtà e in un’opposizione irriducibile e profetica alla sottomissione dei corpi e dei volti, prima ancora che delle menti, alle convenzioni e alle normalizzazioni omologanti, volte ad annullare le caratteristiche dei singoli e le diverse, sorprendenti e incontrollate, forme dell’eros.
“Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico”, a cura di Giuseppe Garrera, Cesare Pietroiusti, Clara Tosi Pamphili e Olivier Saillard (co-curatore per la sezione dedicata ai costumi), presenta esclusivamente materiali originali, per sottolineare la “corporeità” degli oggetti: fotografie vintage, giornali dell’epoca, prime edizioni di libri, riviste sulle quali per la prima volta comparvero interviste, articoli, interventi, e poi costumi, dattiloscritti, ciclostilati, oltre a filmati, dischi, nastri. Il pubblico si troverà davanti alle stampe originali di scatti – in molti casi visti e rivisti in rete o altrove, ma sempre riprodotti, tagliati, ingranditi, corretti. Nel caso dell’immagine fotografica, la fisicità della stampa evidenzia contenuti che hanno a che fare con la tecnica e con la storia e con i modi in cui tutto ciò si stratifica, nel tempo, sul supporto fisico cartaceo.
«Si tratta di una festa – precisa il curatore Giuseppe Garrera – più che di una celebrazione. Abbiamo costruito una mostra partendo proprio dall’eterogeneità dei suoi curatori e partecipanti». «La presenza di Gucci – ha aggiunto Clara Tosi Pamphili – è per rendere immortale Pasolini con la complicità anche della musica e dei costumi che ci hanno messo a disposizione l’Archivio Tirelli Trappetti e la Sartoria Teatrale Farani». Interessante poi la scelta dei curatori di non mettere nulla che fosse legato alla morte di Pasolini, né articoli di giornale né immagini o pettegolezzi o persino ipotesi. «Una mostra che riporta in vita il fascino di Pasolini – conclude Cesare Pietroiusti – che è immenso. La sua arte è un labirinto, un ginepraio per restituire la sua forza ai contemporanei».
Attraverso l’opera di Pasolini appare il miracolo della diversità dei volti e di un pensare anarchico; la sacralità del femminile, delle negritudini, del Sud visto come orizzonte di alterità e salvezza. È la forza selvaggia, barbara ed estrema, del dire di Pasolini, e il feroce dileggio subito per la sua diversità; l’amore o lo struggimento per le lingue non addomesticate, per i dialetti e le parlate, per la progressiva scomparsa, causata dall’omologazione televisiva, delle voci e dei canti del popolo; per i vestimenti scomparsi dalla terra e per la centralità della povertà come dimensione umana reale di fronte all’irrealtà alienata del consumismo.
L’esposizione sarà articolata in sette sezioni tematiche scandite all’interno delle sale del piano nobile del Palazzo delle Esposizioni, attraverso un’accurata selezione di oltre 700 pezzi, che andranno a comporre un ritratto inedito del grande intellettuale italiano. Al centro del percorso espositivo lo spazio circolare della Rotonda che sarà trasformato in una grande sala-lettura in cui saranno presenti numerose edizioni di libri su e di Pier Paolo Pasolini liberamente fruibili dal pubblico.
In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975), l’Azienda Speciale Palaexpo di Roma, le Gallerie Nazionali di Arte Antica e il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebrano, nelle rispettive sedi museali, con un grande progetto espositivo coordinato e condiviso, la figura del poeta, regista, scrittore e artista. La scelta del titolo del progetto, Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO, si ispira alla frase pronunciata dal saggio Chirone nel film Medea (1969), che evoca la misteriosa sacralità del mondo del sottoproletariato, arcaico e religioso, in netto conflitto con gli eroi di un mondo razionale, laico, borghese. L’iniziativa fa parte del programma PPP100-Roma Racconta Pasolini promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.
Pier Paolo Pasolini.
TUTTO È SANTO. Il corpo poetico
Palazzo delle Esposizioni
19 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023
Nessun commento