La locandina

La mostra “Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico” al Palazzo delle Esposizioni parte dall’assunto che mai un poeta, uno scrittore, un intellettuale, un autore cinematografico, è stato così corpo e incarnazione della parola. La mostra si propone di esplorare la figura di Pasolini nella dimensione radicale di autore, sempre vissuta attraverso una fisicità che attraversa il mondo come splendore e tragedia, in un amore estremo per la vita e per la realtà e in un’opposizione irriducibile e profetica alla sottomissione dei corpi e dei volti, prima ancora che delle menti, alle convenzioni e alle normalizzazioni omologanti, volte ad annullare le caratteristiche dei singoli e le diverse, sorprendenti e incontrollate, forme dell’eros.

Costume di scena di Piero Tosi per Chirone, Medea, 1969, su manichino realizzato dallo stesso Tosi e da Pier Paolo Pasolini. Archivio Tirelli Trappetti
“Tutto è santo, tutto è santo, tutto è santo. Non c’è niente di naturale nella natura, ragazzo mio, tientelo bene in mente. Quando la natura ti sembrerà naturale, tutto sarà finito. E comincerà qualcos’altro.” (Chirone, in Medea)
Archivio Tirelli Trappetti

“Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico”, a cura di Giuseppe Garrera, Cesare Pietroiusti, Clara Tosi Pamphili e Olivier Saillard (co-curatore per la sezione dedicata ai costumi), presenta esclusivamente materiali originali, per sottolineare la “corporeità” degli oggetti: fotografie vintage, giornali dell’epoca, prime edizioni di libri, riviste sulle quali per la prima volta comparvero interviste, articoli, interventi, e poi costumi, dattiloscritti, ciclostilati, oltre a filmati, dischi, nastri. Il pubblico si troverà davanti alle stampe originali di scatti – in molti casi visti e rivisti in rete o altrove, ma sempre riprodotti, tagliati, ingranditi, corretti. Nel caso dell’immagine fotografica, la fisicità della stampa evidenzia contenuti che hanno a che fare con la tecnica e con la storia e con i modi in cui tutto ciò si stratifica, nel tempo, sul supporto fisico cartaceo.

«Si tratta di una festa – precisa il curatore Giuseppe Garrerapiù che di una celebrazione. Abbiamo costruito una mostra partendo proprio dall’eterogeneità dei suoi curatori e partecipanti». «La presenza di Gucci – ha aggiunto Clara Tosi Pamphili – è per rendere immortale Pasolini con la complicità anche della musica e dei costumi che ci hanno messo a disposizione l’Archivio Tirelli Trappetti e la Sartoria Teatrale Farani». Interessante poi la scelta dei curatori di non mettere nulla che fosse legato alla morte di Pasolini, né articoli di giornale né immagini o pettegolezzi o persino ipotesi. «Una mostra che riporta in vita il fascino di Pasolini – conclude Cesare Pietroiusti – che è immenso. La sua arte è un labirinto, un ginepraio per restituire la sua forza ai contemporanei».

Attraverso l’opera di Pasolini appare il miracolo della diversità dei volti e di un pensare anarchico; la sacralità del femminile, delle negritudini, del Sud visto come orizzonte di alterità e salvezza. È la forza selvaggia, barbara ed estrema, del dire di Pasolini, e il feroce dileggio subito per la sua diversità; l’amore o lo struggimento per le lingue non addomesticate, per i dialetti e le parlate, per la progressiva scomparsa, causata dall’omologazione televisiva, delle voci e dei canti del popolo; per i vestimenti scomparsi dalla terra e per la centralità della povertà come dimensione umana reale di fronte all’irrealtà alienata del consumismo.

Copertina de L’Espresso, 9 novembre 1975

L’esposizione sarà articolata in sette sezioni tematiche scandite all’interno delle sale del piano nobile del Palazzo delle Esposizioni, attraverso un’accurata selezione di oltre 700 pezzi, che andranno a comporre un ritratto inedito del grande intellettuale italiano. Al centro del percorso espositivo lo spazio circolare della Rotonda che sarà trasformato in una grande sala-lettura in cui saranno presenti numerose edizioni di libri su e di Pier Paolo Pasolini liberamente fruibili dal pubblico.

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975), l’Azienda Speciale Palaexpo di Roma, le Gallerie Nazionali di Arte Antica e il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebrano, nelle rispettive sedi museali, con un grande progetto espositivo coordinato e condiviso, la figura del poeta, regista, scrittore e artista. La scelta del titolo del progetto, Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO, si ispira alla frase pronunciata dal saggio Chirone nel film Medea (1969), che evoca la misteriosa sacralità del mondo del sottoproletariato, arcaico e religioso, in netto conflitto con gli eroi di un mondo razionale, laico, borghese. L’iniziativa fa parte del programma PPP100-Roma Racconta Pasolini promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.

 

Pier Paolo Pasolini.
TUTTO È SANTO. Il corpo poetico
Palazzo delle Esposizioni
19 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023