“Ezio Gribaudo. Poesia della materia”

LA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, ospita dal 22 giugno al 24 settembre presso la Reggia di Venaria a Venaria Reale, Torino (Piazza della Repubblica 4) la mostra “Ezio Gribaudo. Poesia della materia” a un anno dalla sua scomparsa dell’artista ed editore Ezio Gribaudo (1929-2022). Un’esposizione, a cura di Archivio Gribaudo e Elisabetta Sgarbi, di una serie di opere emblematiche dell’artista torinese dagli anni Sessanta a oggi.

«A un anno dalla scomparsa di Ezio Gribaudo, ho accolto un desiderio di sua figlia Paola, un desiderio che era anche mio, di dedicargli una mostra, e di farlo nella cornice più sontuosa, le sale della Reggia di Venaria. La classicità delle sale renderà ancora più evidente l’estro, l’ironia, le forme di Ezio. Una mostra che giocherà con la serietà della Venaria» racconta Elisabetta Sgarbi.

Elisabetta Sgarbi foto di Julian Hargreaves

L’inaugurazione si terrà il 22 giugno alle ore 19.00, interverranno Paola Gribaudo, Vittorio Sgarbi e Elisabetta Sgarbi. L’esposizione Ezio Gribaudo. Poesia della materia è in collaborazione con Consorzio Delle Residenze Reali Sabaude e Ciacco Arte e il progetto di allestimento è di Luca Volpatti.  Accesso libero dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00. Sempre dal 22 giugno al 24 settembre, il cortile della Reggia ospiterà la mostra “Jo Endoro” che verrà inaugurata sempre il 22 giugno alle ore 20.00 alla presenza dell’artista, Vittorio Sgarbi e Elisabetta Sgarbi.

Jo Endoro nasce come scultore, ispirandosi alle forme neoclassiche del Canova, reinterpretate attraverso l’uso di tecniche innovative. Vecchio e nuovo, presente e passato continuano a incontrarsi anche nelle sue opere più recenti, dove la sensibilità pop e urbana fa i conti con la sfida posta dall’elemento classico, che costringe lo spettatore a fermarsi a riflettere sulle proprie radici.

«Jo Endoro – spiega Vittorio Sgarbi – si esercita in pittura e scultura con l’intenzione di rigenerare teste e torsi antichi, rielaborando le immagini classiche su superfici logorate, nel caso delle pitture, o con articolazioni dell’avambraccio e della mano compressi in parallelepipedi che ne accentuano il valore iconico, nel caso delle sculture. Endoro sa che la dimensione monumentale è preclusa al nostro tempo Non ci è dato rappresentare eroi, e neppure esaltare la compiutezza della forma. Siamo anche noi perduti. La storia degli uomini e della loro immagine sembra conclusa, e noi costretti ad agitarci nel vuoto di un dopo storia. Anche i frammenti di Endoro appaiono sottovuoto come per salvarsi dal rischio di un’ulteriore consunzione».

«Una nuova mostra di un artista “nuovo”, classico e contemporaneo. Erede di una grande tradizione di scultori del marmo, Jo Endoro non smette di cercare di rinnovarla. E nella cornice dei giardini della Venaria, le sue opere si segnaleranno per una elegante distonia» afferma Elisabetta Sgarbi. La personale dedicata aJo Endoroè in collaborazione con Consorzio Delle Residenze Reali Sabaude, Ealixir e Ciacco Arte. Accesso libero dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00.