Chi dice che l’età d’oro è sinonimo di meritato riposo dopo gli sforzi di una vita? E chi dice che la saggezza del Guru Cali su di noi imbiancandoci i capelli e donandoci una beata espressione dal sorriso e dagli occhi rincuoranti? In senilità è davvero tutto sistemato? Oppure come Jean ci troveremmo a non sopportare l’idea di doverci accontentare di un modesto appartamento con corrimano lungo le pareti come sostegno, di un inconcludente marito e di una figlia prosciuga conto? O forse come Evelyn la vita ci befferà, levandoci un marito per restituirci i suoi debiti. O ancora potremmo girare in lungo ed in largo come Graham in cerca di una persona del passato mai dimenticata. E se invece come Muriel avessimo bisogno di un’anca nuova? Per tutti loro la méta è Bangalore al Marigold Hotel, dove le cure mediche sono più abbordabili e la vita generalmente è meno cara che in Inghilterra. E Poi Bangalore è in India, da sempre una delle mete preferite dai britannici.
E così, parole dei produttori “quando i personaggi stanno per entrare in un periodo della vita considerato grigio, si apre per loro un nuovo capitolo fatto di esplosioni di colori, di allegria e di opportunità per reinventare se stessi”.
Un buon cast di attempati attori inglesi, plurinominati e premiati (primeggia tra loro Judi Dench, attrice piena di titoli onorifici tra cui affascina quello di Dama di Gran Croce dell’Ordine dell’Impero Britannico) e provenienti dalle pellicole e dalle trasposizioni cine-letterarie più note (per citarne alcune: Harry Potter, Shakesperare in Love, I Pirati dei Caraibi, The Millionaire, Il Diario di Bridget Jones, e anche Il senso di Smilla per la Neve e La Ragazza dall’Orecchino di Perle). Saranno loro a sostenere per tutto il tempo l’ultimo lavoro di John Madden, perché non tracolli in un nuvolone di stereotipi e banalità. Pur riuscendo a renderlo piacevole, con il loro austero ed ironico stile british, l’incontro tra Oriente ed Occidente è senz’altro semplificato da un’ India molto sommaria. Tutti ne parlano e il suo fascino è pronto a cambiare la vita di ogni protagonista, ma in realtà, a parte qualche attraversamento pedonale, una passeggiata in risciò o i bambini che sbucano da ogni parte, la storia è priva del minimo senso si avventura e lo spettatore vivrà la maggior parte del tempo nell’ Hotel delle eleganti promesse, ma che è solo un vecchio albergo dismesso. A questo fanno eco storie poco personificate e dagli avvicendamenti sommari e scontati in cui ogni identità vacillante ritroverà presto la sua collocazione. Probabilmente il film doveva essere una pacca sulla spalla a chi credeva che tutto ormai era perduto, puntando sull’idea di stravolgere la propria vita con nuovi costumi ed usanze dal sentore fiabesco e cercando di riassumere il tutto nei colori e nei rumori dell’india e in una massima del luogo: “Se non è tutto sistemato significa che non è arrivata la fine”. Ma quello che invece ne esce fuori è una storia senza identità che butta all’aria la bella recitazione di ogni attore e che sembra trascinarsi verso la fine con segnali di noia ed indolenza verso se stessa e la sua stessa promessa non riuscita, di essere una storia avvincente.
Titolo italiano | id. |
Titolo originale | The Best Exotic Marigold Hotel |
Regia | John Madden |
Sceneggiatura | Ol Parke |
Fotografia | Ben Davis |
Montaggio | Chris Gill |
Scenografia | Alan MacDonald |
Costumi | Rahel Afiley |
Musica | Thomas Newman |
Cast | Maggie Smith, Judi Dench, Tom Wilkinson, Dev , Penelope Wilton, Ramona Marquez, Celia Imrie, Ronald Pickup |
Produzione | Blueprint Pictures |
Anno | 2011 |
Nazione | USA |
Genere | Commedia |
Durata | 123' |
Distribuzione | Fox Searchlight |
Uscita | 30 Marzo 2012 |
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