Raffinate luci disegnano atmosfere da realismo magico sulla scenografia di “Due donne che ballano”: una realtà quotidiana ed essenziale che pare sospesa, come in un dipinto di Antonio Donghi o di Felice Casorati. Siamo in un interno domestico: scaffali, pareti grigie, una vecchia radio. Sul palcoscenico una signora ormai anziana (interpretata da Maria Paiato) e un’altra donna (Arianna Scommegna), giovane ma non troppo, chiamata ad occuparsi di lei. La trasversalità della scena, tagliata diagonalmente, la colloca in una dimensione astratta, isolandola dal contesto. Finestre e porte rimandano ad un altrove che non porta da nessuna parte: tutto avviene all’interno della stanza, nel dialogo contrastato fra le protagoniste. Quell’unica, misera scena è luogo di scontro acceso, è prigione per l’anziana che non può andarsene e tormento per la badante che è costretta a sopportarne le angherie, ma per entrambe diventa anche uno spazio in cui rifugiarsi, rispetto a un mondo esterno crudele e respingente da cui non ci si può aspettare nulla di buono.

Fin da subito, le due “Due donne che ballano” si mostrano estremamente ostili l’una all’altra. La vecchia signora dà del tu alla più giovane badante che i figli le hanno messo in casa, la insulta e la provoca, gioca ad essere cattiva «per campare fino a cent’anni»; indaga, vuol spingerla fino al limite. L’altra le si rivolge dandole del lei, più per distacco che per rispetto: è scontrosa, frustrata, sfuggente. I loro battibecchi, insieme acidi e brillanti, colpiscono per l’aspro verismo: c’è molta realtà in quel punzecchiarsi e aggredirsi, così come nelle pause senza tempo di chi rimane solo, nella dolcezza malinconica di chi si aggrappa ai lontani ricordi d’infanzia o si inventa uno scopo per affrontare la ripetitività delle giornate.

Diretto da Veronica Cruciani, “Due donne che ballano” narra l’incontro fra due solitudini: inevitabilmente, il rapporto tra le protagoniste cresce nella conoscenza reciproca e nell’inconsapevole simbiosi. Nella parte centrale, il testo del catalano Josep Maria Benet i Jornet fa temere uno sviluppo prevedibile e lo spettacolo si attarda in qualche lentezza melodrammatica. Presto, però, si riprende il passo con sapiente humour nero verso un forte, raggelato finale. Anche grazie alla vigorosa ed ironica energia di una notevole Maria Paiato.

TitoloDue donne che ballano
AutoreJosep Maria Benet i Jornet
AdattamentoTraduzione: Pino Tierno
RegiaVeronica Cruciani
MusichePaolo Coletta
SceneBarbara Bessi
LuciGianni Staropoli
InterpretiMaria Paiato e Arianna Scommegna
Durata100'
ProduzioneCentro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
Anno2015
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenaDal 3 al 7 febbraio 2016 al Teatro India - Lungotevere Vittorio Gassman - Roma