Che sia un film carico di sentimento lo si capisce da subito, basta guardare Bilal negli occhi. E’ curdo è clandestino ed in fuga dalla guerra per rincorrere l’amore. Questa teoria si fa musa ispiratrice muovendo da secoli la poesia, la letteratura, il cinema e gli slogan più comuni, ed ogni volta, proprio come concerne alla costruzione narrativa, creativa o meno, si prevede un antagonista o un ostacolo. E qui ci sono entrambi. Rispettivamente Sarkozy e il plumbeo mare della Manica.
Dove sono finiti i diritti umani? Su cosa si fondano e dove cominciano? A quale teoria dell’uomo e di Dio bisogna appellarsi perché i nostri bisogni vengano considerati? E l’ opportunità di ognuno cos’è?
Ecco che i bisogni quando manca la fortuna di nascere “bene” diventano sogni.
Bilal è capitato in un bellicoso Afghanistan, nella Guerra e nel periodo in cui in Europa l’immigrazione fa tanto discutere. Bilal non è dunque nato “bene” e i suoi sogni si fanno semplici come la piacevolezza di dormire per una notte su un divano letto e si fanno difficili come attraversare la Manica a nuoto. Verso l’ Amore.
Questo moto a luogo prevede una tappa: Calais città Francese sotto stretta sorveglianza. E li ad attendere Bilal c’è l’articolo L-622/1 della legge sull’immigrazione, la nuova teoria dell’uomo e di Dio che ha come apostolo il presidente francese che minaccia le nostre opportunità, i nostri bisogni e che per questo aumenta i sogni in numero e misura.
L’articolo L-622/1 prevede di non poter rimpatriare un fuggitivo di un paese in guerra. Ma tale fuggitivo sarà vittima per la seconda volta della legge che contraddice se stessa. In Francia, infatti, l’aiuto rivolto agli immigrati irregolari può costare 5 anni di carcere e una penale da 30.000 euro. È il cosiddetto delitto di solidarietà, che secondo il Ministro dell’Immigrazione Eric Besson, costituisce il fondamento giuridico della lotta contro l’immigrazione irregolare.
Davanti a questo il sogno del giovane curdo di raggiungere Mina a Londra si fa vasto quanto l’impervio e freddo mare britannico. E un impresa da 10° in 10 ore ha bisogno di addestramento. Ed ecco allora un altro audace e determinato uomo spinto anche lui dall’Amore, Simon, che allenerà il giovane Bilal fino a quando sarà pronto ad abbandonare l’acqua calma della piscina. Il francese Simon, in questo modo andrà contro la legge 622 inizialmente per riconquistare l’ex moglie facente parte del volontariato che sfama e riscalda gli immigrati vicino alla spiaggia di Calais, poi Bilal diventerà un caso personale.
Il cinema francese ha raggiunto negli ultimi anni un buon successo di pubblico, dal pluripremiato e candidato all’Oscar Amélie a Il Patto dei Lupi, 8 donne e un mistero e Giù al nord con cui i francesi ci danno un bell’esempio di buonumore e a dispetto di chi lo critica dicendo che nel cinema francese non succede mai niente, potrebbe essere pertinente la risposta che questo tipo di cinema sa essere emozionante a suo modo, ironico, sensibile e riflessivo, il colpo di scena è contenuto nelle stessa emotività e crescita dei personaggi e il bello è tutto li, senza bisogno di americanizzare il prodotto.
Vi do uno spunto, aspettate di vedere l’idea allegorica dalla quale viene tratto il titolo e ditemi se riuscirete a non sorridere. Poi però spiegatevi perché state ridendo.
Quindici minuti di applausi al Festival di Berlino, Premio del Pubblico, Premio Label Europa Cinemas e Premio della Giuria Ecumenica.
Titolo originale | id. |
Regia | Philippe Lioret |
Sceneggiatura | Philippe Lioret, Emmanuel Courcol, Olivier Adam |
Fotografia | Laurent Dailland |
Montaggio | Andréa Sedlackova |
Costumi | Magali Cohen |
Musica | Nicola Piovani, Wojciech Kilar, Armand Amar |
Cast | Firat Ayverdi, Vincent Lindon, Audrey Dana, Derya Ayverdi |
Produzione | Nord-Ouest Productions |
Anno | 2009 |
Nazione | Francia |
Genere | Drammatico |
Durata | 110' |
Distribuzione | Teodora Film |
Uscita | 11 Dicembre 2009 |
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