«Prendete un circolo e coccolatelo: diventerà vizioso!». È ciò che fa Ionesco nel 1950, scrivendo l’opera destinata a divenire uno dei capolavori del teatro dell’assurdo: “La cantatrice calva”. Prima prende i dialoghi vuoti e convenzionali di un salotto borghese; poi, attraverso gli strumenti dell’iterazione, del paradosso logico e del capovolgimento dei ruoli, ne esaspera le banalità fino al parossismo di un corto circuito impazzito. Le persone non comunicano, non si capiscono, non hanno più un’identità definita, né un nome che consenta di distinguerle. Le conversazioni vertono sul nulla, danno importanza a eventi marginali o si impuntano ostinatamente su discussioni pretestuose. L’ambientazione inglese, fortemente rimarcata dall’autore, accentua la sensazione di freddezza e distanza nelle due coppie protagoniste.
L’origine del testo deve molto ad alcune circostanze casuali: l’autore legge un manuale di conversazione inglese cogliendone l’insensatezza e il lapsus di un attore che offre l’ispirazione per il titolo. Tuttavia, prendendo corpo sulla scena, l’atto unico sembra non avere più nulla di casuale: pur essendo surreale e nonsense, appare un meccanismo perfetto. Mentre i rintocchi della pendola scandiscono un tempo impossibile, un climax inesorabile parte dalle formalità della buona educazione per arrivare all’isteria, allo scontro, al dadaismo dei giochi di parole. Aderenti alla drammaturgia di Ionesco sia la regia di Massimo Castri (scomparso nel 2013), che l’interpretazione della Compagnia del Metastasio: ben evidenziano il crescendo ritmico, facendone emergere la comicità, specialmente nelle battute affidate al bravo Mauro Malinverno.
Al termine dello spettacolo, in fondo alle menti razionali rimane un dubbio: quei coniugi stanno semplicemente scherzando, o sono improvvisamente impazziti? O forse sono divenuti talmente estranei l’uno all’altro, da non ricordarsi neppure di essersi mai incontrati?
Titolo | La cantatrice calva |
Autore | Eugène Ionesco |
Regia | Massimo Castri |
Musiche | Arturo Annecchino |
Scene | Claudia Calvaresi |
Costumi | Claudia Calvaresi |
Luci | Roberto Innocenti |
Aiuto regia | Thea Dellavalle |
Interpreti | Mauro Malinverno, Valentina Banci, Fabio Mascagni, Elisa Cecilia Langone, Sara Zanobbio, Francesco Borchi |
Durata | 70' |
Produzione | Teatro Metastasio Stabile della Toscana |
Anno | 2011 |
Applausi del pubblico | Scroscianti |
In scena | dal 31 marzo al 4 aprile 2015 al Teatro Vascello - Via G. Carini 78, Roma |
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