Liane di fiori scintillanti pendono dal soffitto e fili di luci colorate attraversano le prime file di poltrone. E’ così che accade: si entra in teatro e ci si immerge subito in un mondo fatato. Anelli di stelle filanti adornano una tavola piena di ogni ben di dio: c’è stata una festa. Miliardi di coriandoli sparsi a terra fanno da tappeto al sonno di Peaseblossom (Fiordipisello): il folletto cui Shakespeare ha affidato una sola battuta nel “Sogno di una notte di mezza estate”: «Sono pronto» e ne “I Peaseblossom” Fabrizio Arcuri concede finalmente la possibilità di dire tutto quello che avrebbe voluto.
Tutto si svolge poco prima dell’alba, quando in lontananza si percepiscono solo gli echi delle voci amoreggianti degli amanti. Fiordipisello ha aspettato l’arrivo degli attori e le loro prove, ha atteso che si concludesse il banchetto nuziale e che finisse la messa in scena: ha aspettato che arrivasse il suo turno. Il suo creatore non gli ha permesso di dire nient’altro che «Sono pronto» e lui, nel frattempo, incapace di aspettare in silenzio, non ha potuto far altro che creare il suo Sogno.
Fragile, poetico e dispettoso, il bravo Matteo Angius-folletto coinvolge il pubblico nella storia, fornendo anche il materiale necessario: maschere, ombrelli verdi per ripararsi dalla pioggia e perfino un contagocce fiorito per instillare negli occhi le gocce magiche che fanno innamorare della prima creatura che si guarda appena ci si sveglia. Ad aiutarlo e a canzonarlo, da un lato del palcoscenico c’è il suo compare, che crea gli effetti di fumo e di luce necessari. Ruolo che Fabrizio Arcuri – deus ex-machina – si è ritagliato su misura.
L’intero Sogno di Fiordipisello si svolge nell’attesa di quell’unica battuta. Come in tutte le attese che si rispettino, a partire dal Godot di Beckett, ciò che di bello accade avviene «nel frattempo»: nel frattempo il pubblico ha sognato gli stessi sogni del verde folletto, si è trasformato in Leandro, Ippolita, Titania, Oberon e Puck; si è immerso in un altro mondo: quello che sogniamo di vivere nel frattempo che passi il quotidiano.
«Avevo qualcosa da dirvi di importante… Ecco adesso l’ho dimenticata… Tornerà».
Titolo | I Peaseblossom |
Autore | Tim Crouch |
Regia | Fabrizio Arcuri |
Interpreti | Matteo Angius, Fabrizio Arcuri traduzione: Pieraldo Girotto |
Durata | 75' |
Produzione | Accademia degli Artefatti |
Anno | 2013 |
Genere | Commedia |
Applausi del pubblico | Scroscianti |
Compagnia | Accademia degli Artefatti |
In scena | in tournée |
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