L’abbaglio

La locandina

Il film “L’abbaglio“è ispirato a una vicenda storica reale ma romanzata. Il regista Roberto Andò, dopo il successo de “La stranezza” ambientato nel mondo teatrale di Luigi Pirandello, conferma i tre protagonisti Toni Servillo, Ficarra e Picone per raccontare le gesta dell’Italia intera, non solo di quella intellettuale.

Siamo nel 1860 e Giuseppe Garibaldi (un Tommaso Ragno sotto tono) inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia. Nel fedele gruppo di ufficiali c’è il colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini e tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, mentre le due reclute si daranno alla macchia.

Tra incontri, finzioni e menzogne il gruppo si ricompatta a Sambuca, paesino siciliano dove grazie al “silenzio” dei popolani si riuscirà nell’impresa di gabbare Jean-Luc Von Mechel (Pascal Greggory), il comandante svizzero e l’esercito regio. Ecco spiegato labbaglio per gli svizzeri e l’abbaglio per chi all’indomani dell’unità d’Italia comprende che in perfetto stile gattopardiano è cambiato tutto affinché nulla cambi… Sebbene sia un film leggero, scontato e senza impegno ha di buono l’aver scelto di raccontare un episodio dell’unità d’Italia poco noto ai più e sintomatico dell’italiano medio.