La sessantasettesima edizione del Festival dei Due Mondi si terrà a Spoleto da venerdì 28 giugno a domenica 14 luglio 2024. Il Festival di arti performative più antico d’Italia presenta in 17 giorni e 20 sedi più di 60 spettacoli tra Opera, Musica, Danza e Teatro, Performance e installazioni artistiche, coinvolgendo 30 compagnie internazionali per un totale di oltre 600 artisti provenienti da 20 paesi. La direttrice artistica Monique Veaute prosegue il percorso tracciato in questi anni all’insegna del dialogo interdisciplinare, mettendo il pubblico di fronte a stimoli sempre nuovi grazie alla creatività dei migliori artisti della scena contemporanea. È il mito a guidare la riflessione di questa edizione, come espressione del complesso rapporto tra gli individui e la società, elemento fondante della civiltà occidentale.
«La città e il Festival, un connubio imprescindibile per gli artisti di tutto il mondo, quelli che su questo palcoscenico si sono esibiti in passato, e quelli del nostro tempo, che a Spoleto giungono, o tornano, con il loro immaginario nutrito di creatività, di eticità, di speranza, di volontà di trasformazione» dice Monique Veaute «il Festival non è solo una vetrina di grandi nomi ma un laboratorio in cui crescono idee, sinergie, collaborazioni, progetti artistici. Per questa ragione guardo ai talenti giovani tanto quanto alle proposte originali e ai nuovi mezzi espressivi».
Il Festival s’inaugura venerdì 28 giugno al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti con un nuovo allestimento di Ariadne auf Naxos, opera in un atto preceduta dalla suite dal Borghese Gentiluomo sempre di Richard Strauss come prologo. L’esecuzione musicale è affidata alla Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer che ne cura la regia con Chiara D’Anna.
Al titolo di apertura si aggiunge una seconda produzione d’opera: Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck con la regia di Damiano Michieletto e l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia. Il mito di Baùbo ispira la regista francese Jeanne Candel, e il tema attraversa i concerti di mezzogiorno con artisti quali JACK Quartet, La Lira di Orfeo, i musicisti della Budapest Festival Orchestra e l’Orchestra da Camera di Perugia. Alessandro Baricco presenta in prima assoluta la sua “Breve ed eretica Storia della Musica classica”. Torna a Spoleto Barbara Hannigan alla testa dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia nel concerto finale e come interprete in un concerto con grandi star della musica jazz e contemporanea. Grande attenzione è riservata alle altre musiche: arriva in esclusiva in Italia Daniel Lopatin, conosciuto come Oneohtrix Point Never, tra i più influenti nomi dell’elettronica internazionale. La voce suadente di Lizz Wright segna un appuntamento imperdibile con la musica afro-americana.
La danza irrompe con la star mondiale Friedemann Vogel, una nuova creazione di Wayne McGregor, una grande produzione in Piazza Duomo di Yoann Bourgeois, con le musiche dal vivo di Hania Rani, e ancora con Mehdi Kerkouche. Una nuova e potente esperienza immersiva è firmata dal duo Adrien M & Claire B.
Per il teatro è ospite d’eccezione Isabelle Adjani, che dà voce ai testi di giganti della letteratura francese e italiana. L’attenzione verso i giovani drammaturghi riporta il regista Antonio Latella a lavorare con gli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico per quattro nuovi spettacoli. È atteso il ritorno di Davide Enia con un ritratto della sua Palermo. La compagnia #SIneNOmine presenta il nuovo spettacolo nato dal laboratorio nella Casa di Reclusione di Spoleto. Leonardo Lidi conclude il suo progetto Čechov con Il giardino dei ciliegi e torna il regista umbro Liv Ferracchiati con La morte a Venezia.
Tanti gli appuntamenti dedicati alla città, tra spettacoli gratuiti e iniziative per tutta la famiglia. I danzatori della compagnia Il Posto trasformano in palcoscenico le superfici verticali dei palazzi della città. La musica è un gioco da ragazzi è il progetto didattico per i bambini delle scuole primarie che porta a esplorare in anteprima alcuni capolavori della musica presenti nel cartellone, con attività in classe e a teatro. Torna come anteprima lo spettacolo di Luca Marinelli Una relazione per un’accademia, andato in scena con grande successo nella scorsa edizione.
Forte è la sensibilità del Festival verso i temi e le sfide del nostro presente: Stefano Mancuso torna a Spoleto sia come divulgatore con una seconda lectio magistralis sull’ambiente, sia come promotore di un nuovo progetto condiviso con l’organizzazione del Festival legato alla città di Spoleto e agli alberi. Si rinnova il sodalizio con Rai Per la Sostenibilità-ESG all’interno dei progetti sulla sostenibilità sociale, economica e ambientale avviati dalla Fondazione aderendo agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
L’artista Chiara Camoni firma il manifesto ufficiale della sessantasettesima edizione. L’opera Burning Sister nasce su una piccola isola greca dove l’artista ha trascorso un periodo in residenza. «La striscia di Gaza, oggi. La guerra civile in Sudan. I barconi dei migranti. Il riscaldamento globale, i grandi roghi. Tutto questo accade mentre io guardo la luce che filtra nell’acqua del mare di Thassos che sembra fatto di vetro. Qui la Bellezza punta a diventare Perfezione e oggi diventa quasi imbarazzante, insostenibile» dice l’artista. «Per giorni e giorni ho raccolto fiori, foglie, semi e alghe. Le ho infilate in lunghe collane, che tutte insieme hanno dato forma ad una figura misteriosa. L’ultima sera, in un tramonto mozzafiato, le abbiamo dato fuoco. La Burning Sister non si sacrifica nel fuoco, ma al contrario trova la sua massima realizzazione nel fuoco stesso. Nell’attimo della distruzione, raggiunge la sua forma. In questa coesistenza di opposti, di contraddizioni, spesso si collocano le mie opere. Belle e terribili allo stesso tempo».
Intorno al cartellone ufficiale gli appuntamenti collaterali e gli eventi speciali fanno di Spoleto un luogo vivo della creazione artistica dei nostri giorni: incontri con gli artisti, premi, istallazioni d’arte e mostre. Prosegue il lavoro della Fondazione Carla Fendi anche con una mostra del fotografo Luis Alberto Rodriguez che reinterpreta alcuni preziosi costumi provenienti dall’archivio storico del Festival. A Palazzo Collicola la mostra di Chiara Camoni, autrice del manifesto, e quelle in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios. Prosegue la rassegna Musica da Casa Menotti di Fondazione Monini e il premio “Una Finestra su Due Mondi”. Anche quest’anno il Festival ospita la rassegna teatrale e i laboratori organizzati dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e la rassegna di La MaMa Spoleto Open che raccoglie le esperienze dei più talentuosi attori, registi e compagnie emergenti del panorama internazionale.
La 67a edizione del Festival dei Due Mondi è promossa da Ministero della Cultura, Regione Umbria e Comune di Spoleto. È realizzata con il sostegno di Fondazione Carla Fendi (Main Partner), Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e Banco Desio. Si ringraziano Intesa Sanpaolo (Premium Supporter) e Monini (Official Sponsor) e gli altri sostenitori, partner e sponsor tecnici. Media Partner sono: RAI (Main Media Partner), la Repubblica, Il Messaggero e Urban Vision. APA Roma è Advertising partner.
IL CARTELLONE
ANTEPRIMA
In attesa del weekend inaugurale due appuntamenti dedicati alla città e alle famiglie accompagnano il pubblico fino a giugno. Dopo il successo della scorsa edizione, torna in scena Una relazione per un’accademia, (30 maggio–2 giugno, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi) lo spettacolo che ha visto l’attore Luca Marinelli al debutto con la regia del celebre testo di Franz Kafka. Fabian Jung è il magnetico protagonista di una riflessione sulla condizione di chi è costretto a vivere un’esistenza che non gli appartiene. In programma a maggio anche La musica è un gioco da ragazzi, il nuovo progetto didattico-musicale dedicato ai bambini della scuola primaria e realizzato in collaborazione con l’Orchestra da Camera di Perugia. Un programma articolato di attività, dentro e fuori la classe, si affianca agli spettacoli musicali al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, con due capolavori del repertorio: L’histoire du soldat di Igor Stravinskij (18 maggio) e Sogno di una notte di mezza estate di Felix Mendelssohn Bartholdy (19 maggio).
OPERA
Per la serata inaugurale di venerdì 28 giugno (Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) Iván Fischer propone un nuovo progetto artistico con la sua Budapest Festival Orchestra, in residenza al Spoleto, dedicato questa volta al capolavoro di Richard Strauss Ariadne auf Naxos. Fischer scava nelle origini dell’opera di Strauss per restituirci una messinscena che unisce la suite dal Bourgeois gentilhomme, presentata con una azione coreografica, all’opera su libretto di von Hofmannsthal, di cui cura anche la regia con l’esperta di Commedia dell’Arte Chiara D’Anna. Il pluripremiato regista italiano Damiano Michieletto cura la regia di Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck (Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, 5–6 luglio). L’esecuzione musicale è affidata all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e al Coro Vocalconsort Berlin, guidati da Antonello Manacorda e affiancati da un cast di livello internazionale. Raffaele Pe interpreta Orfeo, Nadja Mchantaf è in scena nella parte di Euridice, Josefine Mindus e Susan Zarrabi si alternano per quella di Amore. La nuova produzione è realizzata in collaborazione con la Komische Oper di Berlino dove è andata in scena nel gennaio 2022.
MUSICA E TEATRO MUSICALE
Classica, elettronica, jazz, contemporanea. Ancora una volta sono tante le musiche del Festival dei Due Mondi, dai grandi concerti di musica classica – protagoniste la Budapest Festival Orchestra e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – alle jam sessions del jazz club. Dal 29 giugno al 14 luglio torna la fortunata rassegna dei concerti di mezzogiorno. Per tre settimane, attorno ai grandi titoli del cartellone, otto appuntamenti da camera guidano il pubblico alla scoperta del rapporto tra il mito e la musica, con quell’attrazione che ha accompagnato quest’ultima per tutta la sua storia, tra la ricerca di modelli e il loro superamento. Da Stravinskij a Mendelssohn, da Purcell alla contemporanea, sul palcoscenico dell’Auditorium della Stella e della Chiesa di Sant’Agata si alternano i musicisti della Budapest Festival Orchestra, quelli dell’Orchestra da Camera di Perugia, l’ensemble guidato dal controtenore Raffaele Pe La Lira di Orfeo e lo strepitoso JACK Quartet. La regista francese Jeanne Candel ci riporta nel suo mondo onirico con una nuova creazione di Teatro Musicale ispirata al mito di Baùbo (29–30 giugno, San Simone): la vecchia sacerdotessa del mito greco e “dea dell’oscenità” che restituì il sorriso a Demetra, generando il ciclo delle stagioni. Candel crea una performance musicale di sfrenata immaginazione, secondo quella magica combinazione tra musica e teatro che lei e Samuel Achache ci hanno fatto conoscere nel 2022 con gli spettacoli Demi-Véronique e Le Crocodile trompeur / Didon et Énée. I musicisti tedeschi dell’Ensemble Garage – affiancati da colleghi provenienti da Taiwan, Vietnam, Paesi Bassi e Italia – interpretano il nuovo lavoro del compositore Baldwin Giang (29 giugno, Sala Pegasus) in un concerto presentato in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios, American Academy in Rome e Fondazione Carla Fendi. Con il videoartista Liyrc De La Cruz, per il suo nuovo lavoro Giang, in residenza all’Academy, si è interessato a come la queerness e la migrazione si intersechino con la vita della città di Roma, emergendo tra i suoi vari “strati”. Daniel Lopatin, aka Oneohtrix Point Never, arriva a Spoleto in esclusiva per l’Italia (3 luglio, Teatro Romano). In dieci anni Lopatin è diventato uno dei più influenti musicisti elettronici di tutto il mondo, collaborando tra gli altri con artisti come FKA Twigs, Rosalía, Nine Inch Nails, con i registi Josh e Benny Safdie, e come produttore di The Weeknd per After Hours e Dawn FM, due degli album pop più venduti del decennio. A Spoleto presenta il suo nuovo disco Again, nel quale attinge al fermento musicale degli anni ’90 e ’00, tra rock alternativo e post-rock. È attesa al Festival Barbara Hannigan, che il pubblico di Spoleto ha conosciuto nel 2022 come artista in residenza. Con la sua voce straordinaria torna sul palcoscenico del Teatro Romano (7 luglio) con uno straordinario gruppo di celebri musicisti, attivi dal Jazz alla contemporanea: il JACK Quartet, Ches Smith alla batteria, Jorge Roeder al basso, Sae Hashimoto al vibrafono e Stephen Gosling al pianoforte. Dopo Dianne Reeves e Rhiannon Giddens, nel 2024 è in arrivo Lizz Wright (11 luglio, Teatro Romano), tra le più grandi voci del jazz contemporaneo e straordinaria erede delle interpreti afroamericane del passato. Wright presenta a Spoleto il suo ultimo album Shadow, in un concerto in collaborazione con Umbria Jazz. Nasce quest’anno Jazz Club: un nuovo spazio dedicato alla scena americana e alle nuove generazioni di musicisti. Tre appuntamenti in seconda serata alla Chiesa di Sant’Agata, per concludere le lunghe giornate di Festival ascoltando le improvvisazioni del trio di Alessandro Lanzoni insieme al sassofonista Francesco Cafiso (29 giugno), di quello di Micah Thomas (6 luglio) e del trio formato da Dado Moroni, Eddie Gomez e Joe La Barbera (13 luglio). La musica è da sempre protagonista del concerto conclusivo del Festival in Piazza Duomo (14 luglio): ancora nella doppia veste di soprano e direttrice d’orchestra, Barbara Hannigan ritrova i musicisti dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia che aveva diretto nel 2022 per La Voix Humaine di Francis Poulenc. Hannigan attinge alla sua collezione di ruoli femminili fuori dall’ordinario e interpreta la Girl Crazy Suite, nell’adattamento che ha curato insieme al compositore Bill Elliott dal musical omonimo di George Gershwin. Altrettanto pungente è l’accostamento di capolavori da diverse epoche nella prima parte del concerto, con Le festin de l’araignée di Albert Roussel, la Sinfonia n. 104 London di Haydn e il Valse triste op. 44 n. 1 di Sibelius.
TEATRO
La sezione Teatro porta a Spoleto alcune delle più rilevanti esperienze italiane: il Festival punta ancora sui giovani drammaturghi della nuova generazione, affiancati da alcuni dei più apprezzati registi a livello nazionale e internazionale. È ospite speciale del Festival dei Due Mondi Isabelle Adjani (29–30 giugno, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), mostro sacro del cinema francese e icona internazionale. Adjani dà voce ai testi di giganti della letteratura francese quali Marguerite Duras, Annie Ernaux, Cynthia Fleury, Camille Laurens, Françoise Sagan, Fred Vargas. Il regista italiano Antonio Latella torna a lavorare con gli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico per quattro spettacoli, in scena dal 29 giugno al 13 luglio. Sotto la sua supervisione artistica lavorano i giovani registi Giovanni Ortoleva (Risveglio di primavera), Federica Rosellini (Freaks), Leonardo Manzan (Quando noi morti ci risvegliamo) e Paolo Costantini (Romeo e Giulietta). È atteso il ritorno di Davide Enia (29 giugno–7 luglio, Auditorium della Stella) che nel 2022 aveva scelto Spoleto per festeggiare i suoi vent’anni di carriera con Italia – Brasile 3 a 2. Il ritorno. Il progetto del 2024 è un autoritratto che parte dalla “sua” Palermo e dalla storia del piccolo Giuseppe di Matteo – figlio di un collaboratore di giustizia rapito e ucciso da Cosa Nostra –, una storia in cui la mafia è specchio della realtà familiare. La compagnia #SIneNOmine presenta CRETA (4–5 luglio, Casa di Reclusione di Maiano di Spoleto), il nuovo spettacolo nato dal laboratorio realizzato nella Casa di Reclusione di Spoleto sotto la guida di Giorgio Flamini, nell’ambito del progetto che da anni porta il teatro in carcere come strumento di crescita e inclusione della persona. I detenuti della media e dell’alta sicurezza raccontano la loro Creta, un labirinto spazio-temporale dove cercare l’uscita tramite l’espressione del sé. Con Il giardino dei ciliegi giunge alla terza e ultima tappa il percorso di Leonardo Lidi nel teatro di Anton Čechov (4–7 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi). Nella visione di Lidi il giardino diventa sinonimo del “nostro” teatro che – di fronte alla società dei consumi – rischia di essere così irrilevante da poter essere facilmente abbattuto per costruire un parcheggio. Una profonda riflessione sul senso del fare teatro chiude la trilogia, completata da Il gabbiano (2022) e Zio Vanja (2023), in programma anche come maratona nella giornata del 7 luglio (Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi). Anche il regista umbro Liv Ferracchiati riporta nel presente un classico, il celebre romanzo di Thomas Mann La morte a Venezia (12–14 luglio, San Simone). In un gioco alternato tra parole e danza si scontrano la vitalità, rappresentata da Tadzio e interpretata dal corpo danzante di Alice Raffaelli, e la passività, quella “incapacità di vivere”, oggi così pervasiva, incarnata dallo scrittore Gustav von Aschenbach che in scena è lo stesso Ferracchiati.
DANZA
Un caleidoscopio di gesti, corpi e modi di riempire lo spazio: il cartellone della danza è ancora una volta una collezione di alcuni dei più dirompenti coreografi a livello internazionale, a Spoleto con la prima nazionale dei loro nuovi lavori. Mehdi Kerkouche porta a Spoleto la sua danza potente, fluida e vibrante (29–30 giugno, Teatro Romano), nutrita dalle diverse esperienze dei suoi danzatori – provenienti da hip hop, street jazz, cabaret e circo contemporaneo. In PORTRAIT una tribù di corpi si interroga sulle relazioni familiari, su come coesistere senza toccarsi, come far evolvere i legami, in un’alternanza di possibilità che va dal solo al duetto e all’ensemble, sull’ipnotica colonna sonora elettro-pop firmata da Lucie Antunes. Il pubblico spoletino ricorda ancora Yoann Bourgeois, maestro di squilibri e gravità che nel 2022 si lasciava cadere nel vuoto da una scala risalendo con un fluido e armonico movimento. Bourgeois torna a Spoleto con Memory of a fall, nuova creazione spettacolare e poetica concepita per la Piazza del Duomo (6 luglio): sulla musica di Hania Rani, una delle pianiste più originali di oggi, i danzatori scivolano da una imponente struttura palcoscenico. Una riflessione in movimento sulla caduta della condizione umana. Sbarca a Spoleto la star mondiale della danza Friedemann Vogel (5–7 luglio, San Simone) con la sua nuova creazione Die Seele am Faden/Soul Threads. Insignito dei più prestigiosi premi in ambito coreutico, primo solista del Balletto di Stoccarda abituato a danzare sui palcoscenici di tutto il mondo, Vogel collabora con l’artista visivo Thomas Lempertz per creare uno spettacolo ispirato al testo Il teatro delle marionette di Henrich von Kleist: in fondo, il danzatore e il burattino si muovono entrambi seguendo il volere di qualcun altro. Si muove sul confine tra reale e virtuale Wayne McGregor (12–14 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), pluripremiato coreografo inglese direttore della Biennale Danza e “coreografo residente” del Royal Ballet di Londra. Il suo nuovo lavoro Deepstaria attinge alle più recenti tecnologie dell’AI, della ricerca acustica e del calcolo spaziale, per un’opera mutevole in costante dialogo trasformativo con sé stessa.
PERFORMANCE, INSTALLAZIONI E INCONTRI
Il Festival dei Due Mondi esce dai teatri e si riversa per la città. Saranno le facciate degli edifici di Spoleto ad accogliere i danzatori de Il Posto, primi in Italia a dedicarsi agli spettacoli site-specific su piani verticali. Gli spazi di Via Saffi (5–7 luglio) e di Palazzo Collicola (5 e 7 luglio) sono il palcoscenico d’eccezione per due spettacoli di danza verticale, accompagnati dalle musiche per sax e live electronics del Marco Castelli Small Ensemble. Dopo il gran ballo di Parigi di Blanca Li che ha entusiasmato il pubblico per due edizioni consecutive, è in arrivo una nuova e potente esperienza immersiva firmata dal duo Adrien M & Claire B (28 giugno–14 luglio, Complesso Monumentale di San Nicolò). Last Minute è una combinazione di musica, luci e proiezioni interattive, nata da un’esperienza intima vissuta da Claire Bardainne che l’ha portata a ricercare, insieme al co-creatore Adrien Mondot, il concetto di reincarnazione: il viaggio dell’ultimo minuto. Adrien M, artista multidisciplinare, propone anche il concerto Piano, piano all’Auditorium della Stella (13–14 luglio): un dispositivo inedito con raffinate proiezioni video, che mescola la giocoleria digitale al delicato universo sonoro dell’eclettico musicista BABX. La mattina dei giorni di spettacolo, ogni Weekend, il Festival offre al suo pubblico l’occasione di incontrare gli artisti di Spoleto67 nel salotto verde dei Giardini di Palazzo Campello: in dialogo con Andrea Penna musicisti, attori, danzatori, coreografi e registi si raccontano, approfondendo gli spettacoli e concerti di cui sono protagonisti. Stefano Mancuso torna al Festival dei Due Mondi con una seconda lectio magistralis sull’universo vegetale (29 giugno, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), proseguendo il percorso iniziato nel 2023. Scienziato e divulgatore di prestigio mondiale, Mancuso è tra le massime autorità internazionali impegnate a studiare e divulgare una nuova verità sulle piante, creature intelligenti e sensibili capaci di scegliere, imparare e ricordare. Dopo aver diretto lo scorso anno l’acclamato spettacolo Tucidide. Atene contro Melo, Alessandro Baricco presenta in prima assoluta la sua “Breve ed eretica Storia della Musica classica” con La curiosa eredità di Orfeo (11–13 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), lezione sul legame fra Mitologia e Musica al centro della programmazione di questa sessantasettesima edizione. Dai Greci del V secolo a Philipp Glass, una ricostruzione singolare: nessuno come Baricco sa raccontare la musica.
PROGETTI SPECIALI
Per la Fondazione Carla Fendi, Main Partner del Festival, il fotografo Luis Alberto Rodriguez e la set designer Afra Zamara presentano Legàmi, un progetto realizzato in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios. I due artisti hanno reinterpretato alcuni tra i 3.800 costumi che illustrano la storia del Festival – legandoli, annodandoli, sovrapponendoli, hanno costruito nuove combinazioni che ne catturano il fascino e i dettagli. Il risultato è esposto in una mostra fotografica all’Ex-Battistero della Manna d’Oro dal 29 giugno al 14 luglio. La Fondazione continua a sostenere il mondo della Scienza con due talk al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi (30 giugno, 14 luglio), che vedono la partecipazione di personalità internazionali di rilievo in collaborazione con l’Ambasciata di Francia, e con la dodicesima edizione del Premio Carla Fendi STEM conferito ad un’eminente astrofisica dell’Agenzia Spaziale Europea. Torna Musica da Casa Menotti, la rassegna di concerti che coinvolge giovani musicisti nell’ambito delle iniziative con cui la famiglia e la Fondazione Monini confermano il supporto per il Festival. Il Premio “Una Finestra sui Due Mondi”, giunto alla sua quindicesima edizione, è assegnato ai grandi nomi e ai talenti emergenti di Spoleto67. Anche quest’anno il Festival dei Due Mondi ospita la rassegna teatrale e i laboratori internazionali organizzati dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico dal 29 giugno al 7 luglio: la XV edizione del Progetto Accademia, dedicato alla presentazione dei migliori lavori del 2024, e la XI edizione dell’European Young Theatre. La rassegna si completa con il progetto Uffa che barba!, quattro spettacoli di altrettanti giovani registi italiani con la supervisione artistica di Antonio Latella, le esercitazioni degli allievi del III anno Nuove scene, Nuove voci con la supervisione di Antonio Cirillo e i saggi degli allievi del I e II anno del corso di recitazione diretti rispettivamente da Massimiliano Civica e Andrea Baracco. Raccoglie le migliori esperienze di talentuosi attori, registi e compagnie emergenti del panorama italiano e internazionale anche la rassegna di La MaMa Spoleto Open (dal 29 giugno al 14 luglio), a cura di La MaMa Umbria International, residenza artistica, centro studi e produzione fondata nel 1990 da Ellen Stewart, già fondatrice e direttrice artistica del Teatro La MaMa E.T.C. di New York. Sono dedicati ai bambini gli spettacoli di Afshin Varjavandi (Il mare custodisce, 29–30 giugno) Damiano Privitera (Marionette in cerca di manipolazione, 6–7 luglio), Palazzina Zero (Resta in vita, 13 luglio) e il Lab creativo sulla favola curato da Lab Sementi (14 luglio). Tra le iniziative speciali c’è anche Utopie e Distopie. Il Labirinto, la IX Giornata Nazionale del Mondo che non c’è, seminario in due giornate (5–6 luglio) organizzato da CESP – Rete delle Scuole Ristrette, con una tavola rotonda incentrata sui percorsi di istruzione nelle carceri. Prosegue la collaborazione con la Direzione Rai Per la Sostenibilità – ESG e Rai Umbria sui temi del sociale, dell’inclusione, della legalità, della coesione, dell’ambiente, dei diritti umani e dei territori. Il progetto La cultura rompe le sbarre è presente con il sostegno al lavoro della compagnia #SIneNOmine all’interno del carcere, e con un laboratorio gastronomico degli studenti detenuti e non della scuola alberghiera. Nell’ambito del progetto europeo No Women No Panel, una giornata di confronto coinvolge alcune fra le più illustri protagoniste della scena italiana e internazionale sul tema della violenza contro le donne, includendo le associazioni del territorio. Giunto alla nona edizione, il FuoriFestival si conferma spazio di sperimentazione al servizio di tutte le forme artistiche. Elementi è il tema di quest’anno (28 giugno–14 luglio, Meeting Point, Casa Menotti), con un programma di attività artistiche multidisciplinari sensibili e ricettive verso territorio, memoria e biodiversità. È un appuntamento straordinario quello con la Banda Musicale dell’Aeronautica Militare (29 giugno) diretta dal Maggiore Pantaleo Leonfranco Cammarano: partendo dalla Piazza del Comune il pubblico è guidato in un concerto itinerante che tocca le principali piazze di Spoleto. C’è altrettanta attesa per il concerto della Banda Musicale della Guardia di Finanza nella Piazza del Duomo (9 luglio), diretta dal Maestro Tenente Colonnello Leonardo Laserra Ingrosso in un’ampia selezione di brani del repertorio. Entrambi i concerti sono gratuiti (per il concerto del 9 luglio è obbligatoria la prenotazione). Dopo il successo dello scorso anno, torna Il laboratorio del sogno, l’appuntamento con le maggiori firme della moda e del costume italiano e internazionale. Nei tre week end di Festival, si potrà prendere parte a una serie di laboratori di sartoria teatrale su prenotazione, per realizzare un piccolo accessorio creato dai designer ospiti sotto la guida delle première della sartoria teatrale. Il progetto include un’esposizione di costumi storici dell’opera Ariadne auf Naxos andata in scena al Festival dei Due Mondi nel 1984, esposti presso il foyer del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. La Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto prosegue la ricerca sulle origini del Festival dei Due Mondi. Il volume Spoleto 1964, il settimo Festival dei Due Mondi è presentato attraverso una conferenza, un libro e una mostra, che ripercorrono momenti straordinari di storia per rileggere le origini della manifestazione. La mostra, a cura della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, è allestita nei locali dell’istituzione archivistica ed è aperta al pubblico da giugno fino al 30 settembre 2024. Giunge alla ottava edizione il Premio Carispo, con il quale la Fondazione Carispo conferma anche quest’anno la volontà di sostenere gli eventi festivalieri, assegnando uno speciale riconoscimento a protagonisti del Festival che si sono distinti nella propria attività professionale per espressività artistica e valori umani. Presso la Sala Frau (7 luglio), per l’incontro Sessanta decibel, Italo Carmignani ripercorre dieci brevi storie e interviste dell’informazione giornalistica italiana degli ultimi cinquant’anni, con la supervisione artistica di Danilo Capezzani. Sessanta decibel come l’unità di misura della perfetta soglia di ascolto.
ARTE
Il Festival ricorda Giorgio Ferrara: il percorso di valorizzazione del patrimonio artistico avviato dalla Fondazione Festival dei Due Mondi si arricchisce di una nuova tappa espositiva con la mostra dedicata al suo direttore dal 2008 al 2020. Attraverso un’accurata selezione di costumi, materiale d’archivio e fotografie, l’esposizione curata da Piero Maccarinelli (via Saffi 12, 28 giugno–14 luglio) ripercorre le produzioni di quegli anni, proponendo un’immersione nel suo mondo creativo. A Ferrara è dedicato anche l’appuntamento a cura di Fabiana Giacomotti Love letters to Giorgio, presso la Sala XVII settembre del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti (28 giugno): un percorso di parole e di emozioni con la partecipazione di alcuni fra i più grandi registi, costumisti, autori, ballerini, attori internazionali che hanno collaborato con Giorgio Ferrara. Come ogni anno i Musei Civici di Spoleto ospitano una serie di interventi di artisti contemporanei in occasione della sessantasettesima edizione del Festival, quest’anno dislocati in sedi diverse in un circuito d’arte all’interno della città. Si segnala in particolare la mostra personale di Chiara Camoni – autrice del manifesto di Spoleto67 –, un percorso espositivo che si snoda attraverso le stanze del Piano Nobile di Palazzo Collicola (28 giugno–14 luglio). Richiami al mondo naturale e vegetale, fortemente presenti nella pratica dell’artista, si incrociano con gli spazi, in un dialogo inedito che vede anche la presenza di opere realizzate per l’occasione. Dal 2010 l’associazione Mahler & LeWitt Studios promuove un programma di residenze artistiche a Spoleto. Per Spoleto67 è in programma la mostra delle opere di Jonathan Monk (Torre Bonomo, 28 giugno–14 luglio), incluse alcune sculture in ceramica realizzate a Deruta durante la sua residenza presso i Mahler & LeWitt Studios. Il lavoro di Monk – un omaggio a figure come Sol LeWitt, Ed Ruscha, Bruce Nauman e Lawrence Weiner – richiama le strategie procedurali tipiche dell’arte concettuale e minimalista degli anni ’60 e ’70 e le arricchisce con un tocco personale o ludico. È firmato sempre da Mahler & LeWitt Studios la mostra Umru: racconti da un paesaggio idrosociale, realizzata in collaborazione con i Musei Civici di Spoleto presso il Museo del Tessuto e del Costume (29 giugno–14 luglio). Il progetto nasce dall’incontro tra l’artista Cecilia Ceccherini e il geografo Alberto Valz Gris, che hanno realizzato un grande arazzo di simboli interconnessi e un’installazione sonora con narrazioni multiple attorno al concetto di paesaggio idrosociale, termine che descrive l’acqua come un insieme multiforme di esseri umani e non umani, di trasformazioni storiche e futuri imprevedibili.
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