Nina dei lupi

La natura che si ribella, il mondo che viene messo sottosopra e una ragazzina che ha dei poteri sovrannaturali. “Nina dei lupi”, film diretto da Antonio Pisu, racconta la storia di Nina, ritrovata da neonata su una montagna durante una tempesta solare. L’evento catastrofico, noto come “la sciagura” definisce il mondo in prima e dopo. Nulla tornerà com’era, anche se nel piccolo paesino i pochi abitanti del posto vivono tranquillamente senza tecnologia e si cibano dei frutti della terra.

A differenza di tutti gli altri bambini, Nina sembra essere fortemente legata alla natura, tanto da essere considerata una sorta di strega. In presenza della bambina, infatti, accadono diversi fenomeni, Nina si dedica spesso alla lettura di un libro sui miti e le leggende della Dea Reitia, nota come “la signora degli animali”, che si dice abitasse quegli stessi luoghi migliaia di anni fa. Ma fuori da lì c’è un mondo brutto e cattivo che vuole riavere ciò che non ha più: cibo e luce.

Quando una banda di violenti predoni irrompe nel paesino tutto cambia: la paura e la sottomissione diventano pane quotidiano. Nina riesce a scappare e trova rifugio nel bosco: qui intraprende un percorso alla ricerca di se stessa. Dialoghi a volte poco credibili e un ruolo e un impegno eccessivo per l’ancora acerba Sara Ciocca mettono in discussione tutto l’impianto filmico, al punto che la storia non coinvolge, non convince e quindi non appassiona. Peccato perché il tentativo di un cinema fantasy italiano era più che apprezzabile, Sergio Rubini cattivo non era male e ritrovare nel cast Sandra Ceccarelli è una bella sorpresa.