I peggiori giorni

Ma che belle le festività, quelle belle riunioni con amici e familiari, dove ognuno riesce a dare alla fine… Il peggio di sé.

Natale, Primo di Maggio, Ferragosto e Halloween sono le 4 festività scelte dai registi e sceneggiatori Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo per raccontarci con “I peggiori giorni” l’Italia e gli Italiani nell’anno 2023 D.C. Lo fanno resuscitando la formula del film ad episodi che tanto successo ebbero negli anni Sessanta grazie a registi come Dino Risi, Vittorio De Sica, Steno, Mario Monicelli per raccontarci l’Italia di allora (e di oggi) e gli italiani di allora (e di oggi) con i loro vizi (molti) e virtù (poche), attraverso risate (poche) e amarezze (molte). Bruno e Leo per farlo si affidano ad un gruppo di attori e maestranze con cui collaborano da anni, di cui si fidano e che se fossimo negli Stati Uniti d’America, chiameremmo Factory.

Tre fratelli chiamati dal padre morente a donargli un rene dopo che questo gli ha donato la sua intera vita; un imprenditore ed un operaio in un feroce confronto /scontro sul “mondo del lavoro”; una molestia tra ragazzi che si trasforma in confronto generazionale e di classe; una festa che si trasforma in una resa dei conti di un passato mai dimenticato. Queste le 4 storie che compongono il puzzle di una Italia targata 2023 tra squallore e cattiveria, ipocrisie e meschinità, ‘poraccitudine’ e minime tracce di umanità.

Film godibile anche se intermittente nei suoi interpreti, è la perfetta fotografia dei tempi che stiamo vivendo, implacabile, cinica che lascia poche tracce di speranza se non nel finale dell’ultimo episodio (un po’ forzato in verità) o nella dichiarazione di una delle protagoniste che chiosa: «Vorrei che un asteroide colpisse la terra ed estinguesse l’intera umanità». Come non condividere…