“Polvere. Dialogo fra uomo e donna” di e con Saverio La Ruina, è uno spettacolo di denuncia sociale. Il femminicidio l’argomento trattato. La donna è la vittima, l’uomo il carnefice, il legame sentimentale il male assoluto.
Lo spazio stretto della sala B del Teatro India, a cui sono aggiunti altri posti a sedere per evitare che qualcuno rimanga in piedi, a mente fredda appare la metafora di questa pièce claustrofobica. Ma è solo una coincidenza, nulla di studiato. Dopo i primi brusii, la lunga attesa e la conseguente aspettativa, il pubblico è pronto. La scena si presenta sgombra, solo pochi oggetti: un tavolo al centro, due sedie verde acqua, un libro, uno specchietto portatile e un dipinto vermiglio a rappresentare la forma tonda di una donna nuda. Nel buio appaiono i due protagonisti. Una luce li attraversa, apre la prima scena: l’incontro, il primo litigio. Recitano stretti, vicinissimi con un’invadenza soffocante. Tra le mura di una casa si consuma il loro rapporto malato. Man mano che il tempo passa, scandito dal buio di un quadro drammatico, termina la gradazione del sopruso per riprendersi nella scena successiva con un’altra inquisitoria sempre più acuta, l’ennesima violazione. Cresce il silenzio in lei, aumenta la veemenza in lui. Un rapporto manipolato che all’inizio si manifesta impalpabile, quasi come una “polvere” fine.
L’aspirazione di “Polvere. Dialogo fra uomo e donna” è di spingere ad un dialogo sulle dinamiche di una relazione squilibrata, ma risulta una mediocre messa in scena di settanta tediosi minuti, male interpretati e male ideati. Le battute banali del tessuto drammaturgico aggravano la meccanicità della recita. L’interrogatorio di La Ruina a Jo Lattari è talmente cantilenante da innervosire. L’unico e ultimo scopo della rappresentazione pare essere quello di voler strizzare l’occhio al mondo intellettuale, spesso strumento del potere politico, attraverso la speculazione di un tema rilevante e delicato come quello del femminicidio. La Ruina svilisce e il femminicidio si dimentica presto: non c’è nulla che possa scatenare coinvolgimento nello spettatore, né sul piano recitativo né registico. Uno spettacolo “buonista” che azzarda la denuncia dimenticandosi l’estetica. Qui il teatro non esiste; esiste la parola forzata, statica, il ripetuto, la dizione non studiata, i tempi sbagliati. E l’inspiegabile utilizzo dei microfoni. Si desidererebbe fin dal primo quarto d’ora, il buio definitivo.
Titolo | Polvere. Dialogo tra uomo e donna |
Autore | Saverio La Ruina |
Regia | Saverio La Ruina |
Musiche | Gianfranco De Franco |
Luci | Dario De Luca |
Aiuto regia | Cecilia Foti |
Interpreti | Saverio La Ruina, Jo Lattari |
Durata | 70' |
Produzione | Scena Verticale |
Anno | 2015 |
Genere | drammatico |
Applausi del pubblico | Timidi |
In scena | dal 10 al 15 Febbraio al Teatro India di Roma |
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