Figli del sole

Un gruppo di ragazzini, guidati dall’intraprendente dodicenne Ali, è alle prese con il lavoro minorile in Iran. Tra lavoretti e piccoli furti, i ragazzini cercano di sbarcare il lunario nelle periferie di Teheran. Ad Ali (Roohollah Zamani) viene assegnato un lavoro facile e remunerativo: recuperare un tesoro nascosto sottoterra. Per riuscirci però deve iscriversi alla “Sun School”, un istituto di beneficenza che forma ragazzi di strada e bambini lavoratori, situato in prossimità del tesoro nascosto e da lì addentrarsi in un misterioso tunnel.

Attualità, drammatica attualità si vive e respira nel film diretto con saggia leggerezza e completa sincerità da Majid Majidi, tanto che l’idea del film è nata dalla scuola di Teheran, fondata da una giovane ONG. “Figli del sole” racconta il presente di tanti ragazzini e l’intensità della recitazione del protagonista Roohollah Zamani gli ha giustamente fatto vincere il Premio Marcello Mastroianni al Festival di Venezia 2020, dove era in concorso. Selezionato dall’Iran agli Oscar® 2021 come Miglior Film Internazionale, “Figli del sole” potrebbe essere ambientato in qualsiasi località del mondo, visto che come precisa la dedica iniziale sono “152 milioni le vittime di sfruttamento minorile in condizioni pericolose”.

La speranza del regista Majidi, con un passato da attore, è che «il pubblico più giovane veda questi bambini affrontare sfide enormi, provando e quindi arrivando al successo, persino con sogni improbabili e inverosimili. Non vorrei che nessun bambino, in tutto il mondo, si disperasse: le conseguenze sono terribili. Per quanto riguarda gli adulti, vorrei mostrargli che siamo responsabili di tutti i bambini e che dovremmo creare per loro una società sicura».