Molière immaginario

“Molière immaginario” propone un allestimento che vive dello stretto indispensabile, in cui attori e testo la fanno da padrone: nessuna scenografia, costumi essenziali strettamente funzionali al racconto e oggetti di scena che vengono semplicemente mimati – o meglio immaginati – dai tre giovani interpreti che si muovo sul palcoscenico con disinvoltura e spiccata verve comica: un Don Giovanni “tradito” rispetto alla versione di Molière e Mozart-Da Ponte, sradicato dalla pièce Seicentesca e gettato in pasto a un talk-show televisivo.

Nel 2015 il mito rivive attraverso una vera e propria dissacrazione. Il servo Sganarello (Matteo Di Girolamo), tramutato in presentatore interroga Don Giovanni (Ivan Bellavista) che, da padrone qual era, è ora l’ospite d’eccezione del programma, mentre donna Elvira (Sandra Conti) non è più la casta fanciulla redarguita dall’affascinante tentatore, ma vittima dei media si fa a sua volta carnefice del mito. Come lo stesso Bellavista dichiara «tracce di Molière ci sono, ma il resto è totalmente nostro. Siamo noi, con i nostri clichè da far morire e con la voglia di non farci comandare dai ruoli ma solo da noi stessi. Molière Immaginario non vuole raccontare niente. Molière Immaginario è solo un gioco, giocato seriamente».

Tra interviste al personaggio, sketch pubblicitari in cui gli attori escono dal ruolo che rappresentano e ironizzano col pubblico e citazioni dell’autore alla lettera, si snoda una vicenda tutta sorretta da gags e tempi comici serratissimi, che più che rivisitare il classico se ne serve come pretesto per fare del cabaret. Uno spettacolo quale puro strumento di intrattenimento, ben lontano dall’essere un riadattamento di Molière (nonostante il titolo possa trarre in inganno). Per chi ama il teatro come occasione di svago.