Cyrano mon amour

La locandina

“Cyrano mon amour” rappresenta il prototipo per un seminario all’università di lettere moderne indirizzo spettacolo, dal titolo: film interessanti ma non riusciti.

Si parla della genesi del testo teatrale più rappresentato di sempre in Francia: il Cyrano di Bergerac. Edmond Rostand, dopo una serie di insuccessi, sbeffeggiato da George Feydeau e senza un soldo viene aiutato dall’amica Sarah Bernhardt che lo mette in contatto col più grande attore francese Constant Coquelin. Anche lui è nei guai e ha bisogno di una nuova commedia per risalire la china. La narrazione procede mescolando la vita privata dell’autore alla storia di Cyrano, nella cornice della Parigi magica del 1897. Un’atmosfera complessiva che ricorda molto “Shakespeare in Love”.

Gli ingredienti ci sono tutti: una bella idea; un’epoca mitica che si fa carne; un testo teatrale che diventa l’ossatura della storia; la curiosità di vedere in carne e ossa i personaggi più famosi di fine Ottocento; un’atmosfera brillante e romantica insieme; un cast di attori efficace. Eppure tutto rimane esteriore, piatto, non coinvolgente. Come dire: manca il cuoco che questi ingredienti li sappia amalgamare e far diventare un piatto.