Non ci sono più i pubblicitari di una volta! Oramai nella nuova comunicazione si bada al sodo, il messaggio deve arrivare, l’italiano è un optional, la punteggiatura un fastidio, la semantica una parolaccia.
È uscito in questi giorni il film “Un’Avventura” che prende il titolo dalla famosa canzone della coppia Battisti/Mogol. Nella locandina sotto il titolo e sopra la foto appare una scritta ben evidenziata: “Un omaggio agli autori delle canzoni Battisti e Mogol”.
In questa frase si sente lo sforzo dei creativi per celare sotto la formula dell’omaggio, l’attrattivo del binomio Battisti Mogol. E effettivamente si raggiunge lo scopo, non stiamo parlando dell’Avventura di Antonioni, ma di un film basato sulle canzoni della celebre coppia.
In realtà la frase è costruita male, malissimo. È illetterata. E mozza. Un omaggio agli autori delle canzoni Battisti e Mogol. Di quali canzoni stiamo parlando? Di tutte le canzoni del mondo? Oppure è un omaggio alle canzoni che hanno per titolo una “Battisti” e l’altra “Mogol”? O ancora Battisti Mogol sono aggettivi qualificativi relativi al sostantivo canzoni? E poi se si è cosi pedanti da dover specificare che sono autori di canzoni, allora bisognerebbe sottolineare chi scrive i testi, chi la musica, chi canta e anche come si dividevano i guadagni.
È una frase goffa e sbagliata, a cui servirebbe un concetto che forse nel mondo della comunicazione globale in cui tutto deve essere detto chiaro e senza possibilità di equivoco è stato abolito: l’implicito.
Un omaggio a Battisti e Mogol. E voglio vedere se non arriva.
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