Rosso come sangue, passione, eccitazione e guerra. Bianco, come saggezza, purezza, resa e sincerità. Nero come misterioso, ignoto, esoterico e autoritario. Verde come speranza, rettitudine, rabbia e gelosia. Azzurro come serenità, quiete, lealtà e onestà

Foto di M. Fusco / Boomerang

Su questi cinque colori primari  – rispettivamente La regina di Cuori, Bianconiglio, Il Gatto del Cheshire, il Cappellaio Matto e Alice –  è costruito lo spettacolo Alice in Wonderland, in scena al Teatro Brancaccio di Roma che visto il grande successo riscosso ha prolungato la sua permanenza fino al 10 febbraio prossimo.

Uno spettacolo teatrale che miscela sapientemente genere diversi di performance e performer quali giocolieri, equilibristi, danzatori, trapezzisti ed attori uniti da un fil rouge quale la storia di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. Vi si ritrovano tutti i personaggi più noti, la cui apparizione in scena è denotata dalle sfumature cromatiche di cui sopra e mossi da una storia d’amore “fuori contesto” tra l’Alice protagonista ed un misterioso Principe Azzurro.

La produzione è internazionale, ucraina, con un progetto artistico nato grazie a Oleg Apelfed, capace di raccogliere intorno a sé un cast di professionisti di respiro internazionale e portato avanti da Maria Remneva, direttrice del Circo Nazionale dell’Ucraina che, con più di vent’anni di esperienza ha vinto molteplici premi tra cui tre medaglie d’oro e vincitrice della competizione internazionale degli artisti circensi a Parigi.

Ne viene fuori uno spettacolo colorato, divertente, seducente ma a tratti monotono, a causa di un ritmo che precipita in determinati passaggi ed a numeri circensi sicuramente bene eseguiti ed affascinanti, ma talvolta già risaputi che possono privare gli spettatori più avezzi a questa tipologia di spettacoli, della magia chiamata “meraviglia”.

Ma la confezione generale è ricca, le scene virtuali in 3D accompagnano bene le scene arricchite da pochi ma ben calibrati oggetti che spiegano ed accompagnano lo spettatore, soprattutto i più piccoli che affollano gli spettacoli, all’interno di una storia che rispetto ad altre non è poi così ben conosciuta. Le musiche che coreografano i numeri danzanti sono accattivanti e travolgenti.
Nel complesso uno spettacolo che affascina ma non seduce, talmente ricco di input che andrebbero meglio calibrati per dar loro il giusto rilievo. Intermittente.

 

InterpretiCircus-Theatre Elysium
Durata120'
ProduzioneLight Can Dance
Anno2018
GenereCirco, Teatro, danza
Applausi del pubblicoScroscianti
In scenafino al 10 Febbario 2019 a Treatro Brancaccio di Roma