D’estate con la barca

L’estate con la sua luce accecante, le giornate piene di promesse, la calda leggerezza. Una barca che accarezza placida il mare, calmo specchio d’acqua che porta verso lidi carichi di sole. E l’amore, quello che “per la prima volta era diventato uno slancio naturale”, quello che è dolcezza e tumulto di sangue, che è “desiderio impossibile a placarsi”. “D’estate con la barca” di Giuseppe Patroni Griffi, interpretato da una strepitosa Gaia Aprea con la regia “romantica” (intesa proprio in senso etimologico) di Luca De Fusco, in scena al Piccolo Eliseo di Roma, è travolgente come il profumo che riporta alla mente un caloroso e caro ricordo.

Enrico e Giulia, Luisa e Mario: due coppie di giovani ragazzi, quattro vite che sbocciano e che godono della spensieratezza delle lunghe giornate estive affittando due barche e addentrandosi tra le insenature nascoste della costa partenopea. Tra ombelichi da cercare con polpastrelli smaniosi e “un sole che asciuga i sorrisi sulle labbra”, le giornate trascorrono liete e allegre fino a quando la vita, con le inevitabili brutture, arriva a squarciare questo velo, fragilissimo, di serenità.

Gaia Aprea con una densa interpretazione fa tuffare lo spettatore assieme ai protagonisti in un “mare d’amore”. A bordo di una barca, unico elemento scenico (le scene sono di Luigi Ferrigno), l’attrice passa con disinvoltura da Mario e Luisa, la coppia più superficiale e simpaticamente scapigliata – se vogliamo quella che meglio rappresenta il puro flirt estivo -, a Enrico e Giulia che, al contrario, appaiono da subito legati nel profondo e non solo per l’avventura di un’estate.

Ma il tuffo in questo mare d’amore, in cui i protagonisti nuotano “quasi senza asciugarsi”, lo fa anche la platea grazie a emozionanti video proiezioni (di Alessandro Papa) che restituiscono le placide onde del mare e il cielo terso dell’estate e alle calde luci di Gigi Saccomandi. In un’ora densa si ha l’impressione che il tempo si sia fermato; o meglio di essere tornati magicamente, viaggiando nel tempo, alla propria “estate con la barca”.