A.R.E.M. Agenzia Recupero Eventi Mancanti

Oggi la gente paga per andare in psicoterapia o per fare la pulizia del viso. Sarebbe disposta anche a pagare per rivivere i propri ricordi?

Un servizio di teatro prêt-à–porter, cotto e mangiato; è così che funziona l’A.R.E.M., l’Agenzia Recupero Eventi Mancanti, gestita da un terzetto al femminile: Francesca Farcomeni, Noemi Parroni ed Elena Vanni, autrici e protagoniste dello spettacolo.

Prima di entrare in sala, gli spettatori compilano un foglietto anonimo scrivendo alcuni dati e un loro personale ricordo. Sul palco, le tre signorine dell’A.R.E.M. pescano casualmente dall’urna e mettono in scena, foglietto dopo foglietto, i ricordi sorteggiati. Regolando il calore e l’intensità delle luci, reinventando di volta in volta la scenografia mobile e i costumi minimali, si può passare nel giro di pochi minuti dal viaggio di nozze in Grecia alla fine di un amore in rosticceria, dalla prima volta in bicicletta al bambino scomparso in spiaggia. Una scala diventa stazione napoletana nella folla inferocita o prua di una nave in mezzo alle balene e le coperte possono essere ora abito gitano, ora cozze da pulire. Assistiamo così ad una sequenza di corti teatrali espressi, che variano di serata in serata, in un esercizio di improvvisazione continua.

L’implicito patto con il pubblico prevede che lo spettatore, consegnando all’urna il proprio ricordo, cessi di esserne l’esclusivo proprietario e sia pronto a riviverlo da un punto di vista altro: il frammento di memoria diviene punto di partenza per lo spettacolo, oggetto di gioco teatrale e di commento. La chiave d’interpretazione è ironica, ma gli imprevisti drammatici non mancano. Armate di sarcasmo e complicità, le tre paladine dell’A.R.E.M. risolvono i momenti di impasse e non indietreggiano di fronte a nulla: lo spettatore è il “cliente” dell’Agenzia e il cliente ha sempre ragione. Dunque, perfino l’insulto volgare ha diritto di essere rappresentato alla pari di tutti gli altri ricordi.

L’idea è accattivante e il risultato ha il sapore del laboratorio di artigianato teatrale, perfettibile ma molto divertente. Se ne ricava anche una simpatica statistica sulla memoria del pubblico, in relazione all’età, al sesso, alla professione. Si scopre, ad esempio, che il mare o i viaggi ricorrono molto più spesso rispetto alle storie d’amore o alle domeniche dai nonni. Se poi si ha la fortuna di vedere inscenato il proprio ricordo, l’esperienza è ancora più coinvolgente.